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Trattamento sanitario obbligatorio: quando è illegittimo?


Ricorso contro TSO illegittimo: cerca avvocato

La legge prevede un principio generale in materia di trattamenti sanitari disponendo che in linea generale essi sono volontari e che nessuno può essere sottoposto a visite mediche o a ricovero ospedaliero contro la sua volontà, in quanto l'art. 32 Cost. vieta i trattamenti sanitari obbligatori, consentendoli solo nelle ipotesi previste dalla legge.

Da ciò si desume che si può essere ricoverati coattivamente, cioè con la forza se necessario, in strutture ospedaliere pubbliche o private solo se ricorrono specifiche condizioni, e comunque con il rispetto di determinate garanzie personali.

Il TSO “Trattamento sanitario obbligatorio” viene disposto nei confronti di qualcuno che diventa pericoloso per se stesso e per gli altri, ad esempio perché minaccia di suicidarsi o minaccia di ledere qualcuno, o ancora perché ha seri problemi psichiatrici che gli impediscono di avere una visione lucida della realtà ecc.

Può capitare però che il provvedimento di TSO venga emesso in carenza di requisiti e nei confronti di una persona che non ne abbia realmente bisogno. In questi casi il provvedimento è illegittimo ed è possibile fare ricorso dinanzi al giudice con la difesa di un avvocato specializzato.

Chi emette il provvedimento di TSO?

Il provvedimento di TSO è emesso dal Sindaco, in veste di autorità sanitaria, del Comune di residenza o del Comune dove momentaneamente si trova la persona di riferimento.

Questa ordinanza può essere disposta solo in presenza di certificazioni mediche che attestino:

1. una situazione di alterazione della persona tale da richiedere l’intervento urgente con trattamenti terapeutici;

2. l’impossibilità di adottare misure extra ospedaliere;

3. il rifiuto ostinato di differenti trattamenti. 

Queste condizioni devono essere certificate da un primo medico, che può anche essere il medico di famiglia o il medico curante del paziente e anche da un secondo medico che deve appartenere alla struttura pubblica, in genere ci si riferisce ad un medico dell’ASL territorialmente competente.

Entro quanto tempo viene emesso il provvedimento?

Il sindaco ha 48 ore di tempo per emettere il provvedimento di Trattamento sanitario obbligatorio, mediante un’ordinanza che autorizza vigili e medici ad intervenire per condurre il paziente nel reparto psichiatrico.

Il sindaco poi ha l’obbligo di inviare l’ordinanza del TSO al giudice tutelare entro le 48 ore successive al ricovero, affinché quest’ultimo proceda alla convalida.

Qualora dovesse mancare la convalida il TSO decade automaticamente. Inoltre, il Giudice Tutelare può annullare il provvedimento.

Cosa succede se mi rifiuto di fare il TSO

Lo scopo del TSO è garantire le cure necessarie al paziente, quindi quest’ultimo in un primo momento viene invitato a seguire i vigili e i medici, ma se si rifiuta potrà essere messo con la forza in ambulanza e condotto in ospedale nel reparto psichiatrico di riferimento.

Quando il TSO è illegittimo?

Non di rado avviene che i ricoveri obbligatori vengono fatti senza rispettare la normativa vigente, ad esempio perché:

- superano il tempo massimo, che oggi è di 7 giorni, decorsi i quali il paziente deve essere dimesso;

- alcuni pazienti vengono erroneamente sottoposti a trattamento sanitario obbligatorio invece che volontario;

- durante il trattamento accade che il paziente venga lasciato in stato di totale abbandono e alienazione, con somministrazione di pesanti terapie farmacologiche che rendono ancor più fragile il suo stato;

- o ancora in caso di paziente ribelle, spesso il personale sanitario ricorre alla violenza fisica.  

In tutti questi casi, e altri simili, il TSO è illegittimo ed è doveroso fare ricorso con l’assistenza di un buon avvocato.

Come fare opposizione al TSO illegittimo: Avvocato

Il ricorso va presentato dalla persona che è stata sottoposta a TSO illegittimo, oppure dai suoi familiari, o da chiunque vi abbia interesse.

Il ricorso deve essere preparato con l’assistenza di un avvocato specializzato in materia, contro il Sindaco che ha emesso il provvedimento se si ritiene che non sussistessero i requisiti per emettere l’ordinanza ed è necessario far pervenire una copia del ricorso anche al giudice tutelare, se l’avvocato agisce entro le 48 ore successive al ricovero.

Se, invece, il paziente ha subito violenza fisica all’interno della struttura ospedaliera è possibile sporgere denuncia contro la stessa, in quanto il TSO non legittima l’utilizzo di violenza fisica contro i pazienti. A risponderne sarà sia la struttura sanitaria che non ha vigilato sull’operato del proprio personale, sia il singolo soggetto che ha compiuto atti violenti, trattandosi di reato perseguibile penalmente.

In ogni caso il ricorso va presentato al Tribunale che ha convalidato il provvedimento di TSO.

Quali sono i termini e i costi per fare ricorso

L’opposizione al provvedimento o la convalida dello stesso è decisa entro una settimana, di norma. In coso di ritardo l’avvocato può sollecitare la velocizzazione degli adempimenti giudiziari, al fine di tutelare il proprio assistito ed evitare la sottoposizione a trattamenti sanitari illegittimi.

La presentazione di questo ricorso è esente dal versamento del contributo unificato e dal pagamento di imposta di registro in quanto non soggetto a registrazione.

Avocato per risarcimento dei danni

La situazione attuale dei Trattamenti sanitari obbligatori in Italia, si lascia criticare molto, si pensi a quei casi in cui i pazienti vengono maltrattati, privati della libertà personale, sottoposti a trattamenti sanitari errati, o ancora alla circostanza in cui manchi il loro consenso informato al TSO.

In tutte queste ipotesi, e simili, i familiari del paziente o lui stesso se si trova nelle condizioni di poterlo fare, oltre a presentare ricorso contro il provvedimento di TSO, possono e anzi devono richiedere il risarcimento dei danni subiti a causa del TSO illegittimo.

Naturalmente, deve trattarsi di un danno realmente causato al paziente, avallato da prove documentali che attestino un nesso di causalità tra le lesioni fisiche, psicologiche e morali e il trattamento terapeutico. Potrebbero integrarsi al riguardo cause per malasanità le quali finirebbero nella competenza di un avvocato penalista.

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