I contratti di pubblico impiego: quali sono?
- Come avvengono le assunzioni? avvocato risponde
- Le raccomandazioni nel concorso pubblico: c’è reato?
- Il contratto di pubblico impiego: lavoro agile
- Cerca studio legale specializzato nel pubblico impiego
- La riforma dell’abuso d’ufficio
- Cosa vuol dire lavoro da remoto?
- I doveri nell’ambito del pubblico impiego
- Quali sono i diritti dell’impiegato pubblico?
- Dipendente pubblico e dipendente statale
La disciplina del pubblico impiego è regolata dal D. Lgs. 30 marzo 2001, n. 165, ossia il “Testo Unico sul pubblico impiego” e successive modifiche. Il Testo Unico stabilisce che "l'assunzione nelle pubbliche amministrazioni avviene con contratto individuale di lavoro". Da ciò discende che il rapporto di lavoro con le Pubbliche amministrazioni si instaura con le stesse modalità con cui si instaura il rapporto di lavoro con un datore privato.
Il Testo Unico si applica a tutte le Pubbliche amministrazioni ad eccezione delle seguenti categorie di lavoratori: magistrati ordinari, amministrativi e contabili, avvocati e i procuratori dello Stato, personale militare e delle forze di polizia, personale del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, personale della carriera diplomatica e della carriera prefettizia, dipendenti della Banca d'Italia, della Consob e dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato, dipendenti delle autorità indipendenti, professori e ricercatori universitari.
Come avvengono le assunzioni? Avvocato risponde
La particolarità, nell’ambito del Pubblico Impiego, è che le assunzioni da parte di una pubblica amministrazione avvengono tramite concorso pubblico oppure mediante avviamento degli iscritti alle liste di collocamento.
Le assunzioni, così come nel privato, possono essere a tempo indeterminato, oppure possono avvenire utilizzando una delle forme di lavoro flessibile previste dall'ordinamento. Nel caso di assunzione tramite concorso pubblico, dopo l’avvenuta pubblicazione del bando e della domanda di ammissione (per i quali sono dettate determinate procedure), seguirà un vero e proprio esame che di solito si sostanzia in una prova scritta e in una orale.
Successivamente, la commissione esaminatrice competente, una volta valutate le prove, sarà chiamata a redigere una graduatoria di merito, tenendo conto, in caso di parità, anche della presenza di eventuali titoli di preferenza per la relativa assunzione.
Le raccomandazioni nel concorso pubblico: c’è reato?
Inutile negare che ancora al giorno d’oggi c’è chi tenta la strada della raccomandazione per vincere un concorso pubblico. Ma si commette reato?
In realtà dipende da molte sfumature, considerato anche che in assenza di prove scritte, la sola indicazione verbale di un soggetto quale proprio pupillo sarebbe difficile da provare come raccomandazione.
In ogni caso, se la raccomandazione viene effettuata da un pubblico ufficiale si commette reato di abuso d’ufficio, proprio perché commessa nell’esercizio distorto di un proprio potere.
Al contrario, se la raccomandazione proviene da un soggetto privato, non si commette reato a meno che ciò non comporti un falso in atto pubblico, si pensi ad esempio al commissario che dopo aver ricevuto una richiesta di preferenza verso un candidato modifichi le risposte di quest’ultimo al fine di dargli una spinta in più verso il superamento del concorso.
La riforma dell’abuso d’ufficio
Con il Decreto semplificazioni 2020 è stato riformato l’abuso d’ufficio e oggi il giudice penale non gode più di un’ampia discrezionalità nel sindacare l’operato dei pubblici ufficiali. Cosa significa?
Molto semplicemente significa che mentre prima della riforma si commetteva reato a seguito della generica violazione di legge o di regolamento, oggi è necessaria la violazione di specifiche regole di condotta, limitando così la discrezionalità dei giudici nella valutazione del comportamento dei commissari.
È vero che il divieto di favoritismi privati permane nella costituzione, perché è teso a garantire l’imparzialità ma non sempre questo principio trova applicazione e spesso le raccomandazioni per se contrarie ad esso restano impunite.
Il contratto di Pubblico Impiego: lavoro agile
Di recente è stato modificato e rivoluzionata la base del contratto di pubblico impiego e finalmente è stata inserita una netta differenziazione tra il concetto di “lavoro agile” e quello di “lavoro da remoto”.
Si tratta di un importante intervento soprattutto alla luce delle ultime esperienze lavorative che a causa dell’epidemia Covid-19 sono state svolte con modalità del tutto innovative e perennemente a distanza.
Il lavoro agile è una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato stabilita mediante accordo tra le parti, senza precisi vincoli di orario o di luogo di lavoro.
La prestazione lavorativa infatti viene eseguita in parte sul posto fisico di lavoro, quindi presso le amministrazioni, e in parte all’esterno di questi, senza una postazione fissa e predefinita, sempre con rispetto dei limiti di orario giornalieri. Quindi ad esempio si potrà lavorare da casa, nella stanza di un albergo, presso un’abitazione all’estero ecc. garantendo però la medesima qualità del lavoro.
Importante poi è che nel contratto sarà inserito il cd. Diritto alla disconnessione nel rispetto delle ore di lavoro.
Cosa vuol dire lavoro da remoto?
Diverso è il lavoro da remoto, che può essere svolto mediante due modalità:
1. Telelavoro domiciliare, che comporta la prestazione dell’attività lavorativa dal domicilio del dipendente, il quale quindi non sarà libero di spostarsi da un luogo ad un altro;
2. Altre forme di lavoro a distanza, come il lavoro decentrato.
Nel lavoro da remoto il lavoratore è soggetto ai medesimi obblighi derivanti dallo svolgimento della prestazione lavorativa presso la sede dell’ufficio e deve definire con il datore di lavoro, il luogo dove il lavoro verrà svolto e in che giorni.
La differenza più evidente è che il lavoro agile prevede una libertà maggiore per il lavoratore, in quanto non è richiesta la predeterminazione del luogo di lavoro, né la necessità di pattuirla in precedenza.
I Doveri nell’Ambito del Pubblico Impiego
Una volta avvenuta l’Assunzione, in base agli articoli 54 e 55 del D.Lgs 165/2001 il dipendente ha dei doveri e gode di diritti previsti dal Codice di Comportamento Uniforme adottato per tutte le Amministrazioni.
I doveri del dipendente possono essere raggruppati in due categorie:
a) l’una di stampo pubblicistico e invece
b) l’altra di stampo privatistico-generale.
Nella prima categoria troviamo il dovere di Fedeltà alla Repubblica, sancito dalla nostra costituzione all’articolo 51, il dovere di Imparzialità e buon Andamento della Pubblica Amministrazione, previsto dall’Articolo 97 della Costituzione.
Nell’altra categoria, invece, rientrano i generali doveri di diligenza, obbedienza e fedeltà sanciti anche per il rapporto di diritto privato e previsti dagli articoli 2104 e 2105 del Codice Civile.
Quali sono i diritti dell’impiegato pubblico?
I Diritti dell’Impiegato della Pubblica Amministrazione, invece, si distinguono in
- Diritti di natura patrimoniale e
- Diritti di natura non patrimoniale.
Tra i diritti di natura patrimoniale il più importante riguarda la percezione dello stipendio come corrispettivo del lavoro prestato. Altri diritti sono il Diritto d’Ufficio, ovvero quello di non essere rimosso dal proprio ufficio se non nei casi previsti dalla legge, ed il Diritto alla Funzione, ovvero all’esercizio, da parte del lavoratore, di porre in essere delle funzioni inerenti alla propria qualifica.
Ogni volta che si ritiene di aver subito una violazione dei propri diritti o quando si ritiene di essere stato destinatario di comportamenti contrari al Codice di Comportamento adottato dalla Pubblica Amministrazione, il primo passo da muovere nella giusta direzione è contattare il prima possibile un Avvocato Specializzato in Diritto Amministrativo che possa fornire la propria esperienza in materia.
Dipendente Pubblico e Dipendente Statale
In genere ci si riferisce, con il termine di “dipendente statale”, a qualunque lavoratore che sia impiegato presso il pubblico impiego, cioè in servizio presso le pubbliche amministrazioni statali, che siano esse centrali o locali.
Si pensi ad esempio a quei professionisti che lavorano presso le amministrazioni statali, per enti come le ASL, gli Ospedali, i comuni, le province e le regioni.
Tuttavia una leggera sfumatura tra queste due categorie di lavoratori c’è e in particolare i dipendenti pubblici sono tutti quelli che lavorano alle dipendenza della pubblica amministrazione, cioè Agenzie, ministeri, regioni, enti locali; mentre i dipendenti statali sono quelli che lavorano presso le amministrazioni centrali tipo ministeri, agenzie, ecc.
Cerca Studio legale specializzato nel Pubblico Impiego
Le attività di consulenza e assistenza legale nel Pubblico Impiego riguardano soprattutto la materia dei concorsi pubblici, spesso poco limpidi e meritocratici, ma anche la materia delle pensioni civili, militari e di guerra. Si pensi anche alle complesse procedure di selezione del personale della scuola, delle università, all’assunzione di personale dirigenziale o impiegatizio.
In tutte queste circostanze potrebbe essere vantaggioso confrontarsi con il proprio avvocato di fiducia, ad esempio per conoscere i requisiti di accesso ad una selezione, i termini per fare ricorso in caso di violazione del principio di imparzialità, oppure per tutelare i propri diritti nei contratti del pubblico impiego.
E allora scegliere il giusto avvocato è essenziale, e attraverso questo portale è possibile contattare gratuitamente un avvocato gratis al quale esporre il proprio caso specifico e chiedere il prezzo della sua parcella nonché del preventivo comprensivo delle spese legali.
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