Reati contro la Persona - Consulenza Avvocato penalista
- I delitti contro la vita e l’ incolumità personale
- I delitti contro l’ onore: ingiuria e diffamazione
- Le principali figure criminose dei delitti contro la persona
- L’ omicidio: difesa dell’ avvocato penalista
- Omicidio preterintenzionale: le pene applicabili
- Cosa succede se una persona si fa volontariamente uccidere?
- Diffamazione a mezzo stampa: come difendersi?
- Come si tutela la libertà individuale?
I Delitti contro la Persona sono disciplinati nel nostro Codice Penale al Titolo XII. Detti reati vanno ad offendere i beni che sono considerati essenziali per ogni individuo e dunque la vita, l’Incolumità fisica, la libertà e l’onore.
In base al bene tutelato, a loro volta questi reati si suddividono in:
1) Delitti contro la vita e l’incolumità individuale;
2) Delitti contro l’onore;
3) Delitti contro la libertà individuale.
Quest’ultimo sottoinsieme di Delitti, al suo interno, ricomprende i delitti contro la personalità individuale, i Delitti contro la libertà personale, i Delitti contro la libertà morale, i Delitti contro l’inviolabilità del domicilio e l’inviolabilità dei segreti.
I reati contro la persona previsti dal nostro ordinamento sono molteplici, a titolo esemplificativo potremmo indicare in primis l'omicidio, l'ingiuria, la diffamazione, i delitti contro la libertà sessuale (atti di violenza sessuale, atti persecutori), la tratta di persone e lo sfruttamento del lavoro minorile.
I delitti contro la vita e l’ incolumità personale
I Delitti contro la vita e l’incolumità individuale ricomprendono quelle norme che puniscono l’omicidio e le lesioni personali in relazione all’integrità fisica e psichica.
Certamente hanno una peso maggiore nell’ambito della Diritto Penale, essendo lesivi di beni essenziali dell’individuo e per questo è fondamentale conoscere quali sono gli strumenti messi a disposizione dalla legge per difendersi e tutelarsi.
La vita è il bene più prezioso per ciascuno di noi ma anche il più esposto a pericoli in alcune circostanze, si pensi ad esempio a risse per strada, ad un incidente stradale, al coinvolgimento in una rapina in banca che può dar luogo ad una sparatoria o ancora alle violenze personali ecc.
L’ omicidio: difesa dell’ Avvocato Penalista
Tra i principali Delitti contro la persona troviamo l’Omicidio ex art 575 c.p. che punisce “Chiunque cagiona la morte di un uomo con la reclusione non inferiore ad anni 21”.
Ovviamente, il bene giuridico tutelato in questo caso è appunto l’interesse individuale a rimanere in vita, ma in realtà in termini giuridici questo interesse è anche dello Stato. Infatti l’organizzazione della nostra comunità sociale ha come scopo non solo quello di impartire regole comportamentali ai cittadini ma anche quello di difenderli da minacce esterne e di garantirgli una vita serena e sicura.
Il reato di omicidio è un reato comune, nel senso che può essere commesso da chiunque ed ha come oggetto giuridico la vita umana. E’ configurabile il tentativo, parlando in questo caso di tentato omicidio, e la pena base sarà aumentata nel caso si verifichino le seguenti circostanze aggravanti speciali:
- il concorso di talune persone,
- il reato sia commesso contro l’ascendente o il discendente, cioè ad esempio contro il genitore o contro un figlio;
- il reato sia commesso con premeditazione, o vi sia latitanza per sottarsi all’arresto.
Chiaramente il reato di omicidio è quello più lesivo della vita umana e spesso l’avvocato penalista si ritrova a dover difendere il colpevole oppure i familiari della vittima, già addolorati per la perdita. La sua consulenza sarà perciò prima di tutto umana e tesa alla conoscenza dei fatti in maniera sincera e completa proprio per garantire una tutela efficace in giudizio a prescindere di quale sia la parte difesa.
Omicidio Preterintenzionale: le pene applicabili
Tecnicamente la parola preterintenzionale vuol dire “qualcosa che va oltre l’intenzione”, quindi questa tipologia di omicidio si realizza quando l’evento dannoso va oltre i propositi che si era prefissato l’agente. Immaginiamo che da una rissa tra ragazzi malauguratamente uno di loro dà una spinta per istigare il compagno e questi cadendo batta la testa su una pietra, perdendo la vita.
L’articolo 584 c.p. disciplina il reato di Omicidio preterintenzionale e dunque punisce “Chiunque, con atti diretti a commettere uno dei delitti preveduti dagli articoli 581 e 582 c.p., cagiona la morte di un uomo, con la reclusione da 10 a 18 anni.”
Accanto a questa ipotesi di base è importante ricordare che molto spesso possono verificarsi altre circostanze aggravanti o attenuanti che incideranno sull’asprezza della pena. Sarà compito di un buon avvocato preparare una difesa legale che tenga conto ad esempio delle attenuanti almeno per ottenere una pena minore per colui che chiaramente è colpevole.
Cosa succede se una persona si fa volontariamente uccidere?
In questa circostanza si parla più comunemente del cosiddetto omicidio del consenziente e in maniera a volte superficiale si potrebbe pensare che poiché la vita è un bene giuridico che spetta a ciascun soggetto da un punto di vista individuale, allora non ci dovrebbe essere la pena per chi ha commesso omicidio verso una persona che si sia fatta volontariamente uccidere.
Per fortuna la legge non è di questa opinione e infatti chi cagiona la morte di una persona con il consenso di quest’ultima è comunque punito con la reclusione che va da un minimo di 6 anni ad un massimo di 15 anni.
La legge inoltre indica dei casi nei quali questo eventuale consenso della vittima non ha effetto e cioè:
- quando proviene da persona minore di anni 18;
- quando è prestato da persona inferma mentalmente o a causa di assunzione di sostanze stupefacenti;
- e quando il consenso sia stato estorto con violenza.
Occorre sottolineare un’ipotesi particolare, ovvero: il medico che sospenda il trattamento sanitario salvavita su richiesta consapevole del paziente non risponde di omicidio del consenziente, essendo la sua condotta scriminata dalla legge.
I Delitti contro l’ Onore: ingiuria e diffamazione
I Delitti contro l’Onore hanno per oggetto la tutela dell’Onore e del decoro personale.
In realtà il concetto rappresenta un’estensione del diritto alla dignità umana da un punto di vista sociale e mira proprio a tutelare la persona nell’ambito delle relazioni sociali che intrattiene. Non a caso quando si parla di reati contro l’onore ci si riferisce ai delitti di ingiuria e diffamazione.
In linea di massima si ha ingiuria quando l’offesa all’onore o al decoro è fatta alla presenza della persona mentre risponde del reato di diffamazione chi offende la reputazione di una persona non presente. Tra i due, il reato più grave è la diffamazione proprio perché essendo la persona offesa assente, questa non ha la possibilità di difendersi, e infatti la pena prevista per questo reato può essere a seconda dei casi una reclusione fino ad un massimo di 1 anno oppure una multa fino ad euro 1032.
Diffamazione a mezzo stampa: come difendersi?
Ci sono diversi modi per commettere una diffamazione, parole, gesti, comunicazioni scritte e tra queste spicca la diffamazione a mezzo stampa, che anzi è una forma aggravata di diffamazione.
Ma perché?
Intuitivamente viene subito da pensare che una notizia comunicata a mezzo stampa ha un livello di diffusione più alto e sicuramente più rapido, ciò quindi ha una forza lesiva maggiore rispetto ad esempio alla diffamazione verbale fatta da una persona.
Inoltre la diffusione di notizie su giornali, riviste, telegiornali ecc. ha anche l’ulteriore gravità di rendere le dichiarazioni più credibili in quanto si è abituati a dare per buone le comunicazioni derivanti da fonti accreditate.
Si pensi, ad esempio alla pubblicazione, da parte di una società concorrente, su un giornale nazionale della notizia di un nota impresa alimentare che utilizza sostanze nocive alla salute, l’effetto sarà il discredito sociale e un immediato crollo economico della stessa.
Urge allora una difesa legale sia per la propria persona sia per il proprio patrimonio economico, aspetto a volte non trascurabile, e in questi casi la scelta più saggia è quella di affidarsi ad un team di professionisti che abbia già una esperienza consolidata alle spalle, che sappia come gestire le reti comunicative di giornalisti, ratio, web ecc. e nell’esempio fatto anche una conoscenza del diritto penale commerciale.
Come si tutela la libertà individuale?
I Delitti contro la libertà individuale tutelano, come oggetto giuridico, i diritti fondamentali garantiti dalla nostra Costituzione e quindi la libertà personale in senso stretto, la libertà di azione, la libertà morale dei soggetti, l’inviolabilità del domicilio e dei segreti. Proprio per questo la Costituzione prevede che “le misure restrittive della libertà personale possono essere adottate solo per atto motivato dall'autorità giudiziaria e nei soli casi e modi previsti dalla legge”.
Infine i Delitti contro la Libertà Sessuale, rientrano nei delitti contro la libertà della persona e tutelano quale bene giuridico la libertà sessuale di ogni soggetto. Nella realtà odierna la violenza sessuale è ancora ben presente e si parla di reato ogni qualvolta una persona con violenza o minaccia o mediante abuso di autorità costringe un’altra a compiere o subire atti sessuali.
La pena prevista è la reclusione da 6 a 12 anni. È essenziale denunciare prima possibile questi reati, in primo luogo per non essere più costretti a soccombere e in secondo luogo per eliminare dalla nostra società individui abietti.
Le principali figure criminose dei delitti contro la Persona
Non trascurabili sono le altre tipologie di reati contro la persona, ma è evidente che elencarle tutte non apporterebbe benefici in termini pratici, per questo si è ritenuto di analizzare le ipotesi più gravi.
Ad ogni modo un altro reato importante per questa categoria è quello disciplinato dall’articolo 581 c.p., le Percosse. Detto articolo prevede che “Chiunque percuote taluno, se dal fatto non deriva una malattia nel corpo o nella mente, è punito a querela della persona offesa, con la reclusione fino a 6 mesi o con la multa fino a euro 309. Tale disposizione non si applica quando la legge considera la violenza come elemento costitutivo o come circostanza aggravante di un altro reato”
L’articolo 582 c.p., invece disciplina il delitto di Lesione personale e dunque prevede che “Chiunque cagiona ad alcuno una lesione personale, dalla quale deriva una malattia nel corpo o nella mente, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni. Se la malattia ha una durata non superiore ai venti giorni e non concorre alcuna delle circostanze aggravanti previste negli articoli 583 c.p. e 585 c.p., ad eccezione di quelle indicate nel numero 1 e nell'ultima parte dell'articolo 577 c.p., il delitto è punibile a querela della persona offesa.
Infine, l’articolo 588 c.p. disciplina la Rissa e punisce “Chiunque partecipa a una rissa con la multa fino a euro 309.” Se, però, nella rissa taluno rimane ucciso o riporta lesione personale, la pena, per il solo fatto della partecipazione alla rissa, è della reclusione da 3 mesi a 5 anni. La stessa pena si applica se l'uccisione o la lesione personale, avviene immediatamente dopo la rissa e in conseguenza di essa.
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