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Vendita alcolici ai minorenni


Alcolici ai minorenni: cosa si rischia?

In Italia, il divieto di vendita e di somministrazione di bevande alcoliche alle persone con età inferiore ai 18 anni è stabilito espressamente dal Decreto Legge n. 14 del 20 febbraio del 2017.

Si tratta di un’importante novità legislativa, che ha in un certo senso limitato il guadagno per bar e locali, perché statisticamente sono proprio i ragazzini che il sabato sera vanno alla ricerca di alcolici per divertirsi e giocare a fare i “grandi”, senza pensare ai pericoli cui vanno in contro.

Ad ogni modo, in precedenza la legge vietava solo la vendita di alcolici ai minori e puniva penalmente soltanto la somministrazione per i minori di 16 anni, quindi fino al 2017 un pubblico esercizio poteva tranquillamente somministrare alcolici sia agli under 16 che agli under 18.

Con l'entrata in vigore del decreto legge n. 14 del 2017, non è dunque più possibile né vendere né somministrare alcolici a chi non abbia compiuto il diciottesimo anno di età. In caso di violazione di tale imposizione sono previste multe molto salate e in alcuni casi più gravi anche sanzioni penali.

Facciamo chiarezza.

Cosa succede se un bar vende alcolici ai minori?

Come già anticipato, se un barista vende ad un minore di anni 18 bevande alcoliche sarà responsabile della violazione del decreto legge su menzionato e dunque destinatario di sanzioni amministrative pecuniarie o sanzioni penali:

- nel caso di vendita di bevande alcoliche a minori di anni 18, si applica la sanzione amministrativa pecuniaria da 250 a 1000 euro;

- nel caso di somministrazione di bevande alcoliche a minori di anni 18 ma maggiori di anni 16, si applica la sanzione amministrativa pecuniaria da 250 a 1000 euro.

- nel caso di somministrazione di bevande alcoliche ai minori degli anni 16, la sanzione è l'arresto fino a 1 anno.

È bene sapere che queste cifre possono aumentare esponenzialmente in caso di recidiva da parte di chi ha l’attività, tant’è vero che in casi del genere le multe potrebbero oscillare dai 500 ai 2.000 euro fino a determinare la chiusura dell’attività per almeno 3 mesi.

Qual è l’età minima per bere alcolici?

L’Italia è uno dei pochi Paesi europei che non prevede la commissione di un reato in caso di vendita di alcolici ai minori di 18 anni, ma solo se la vendita è fatta nei confronti di chi non ha ancora compiuto 16 anni.

Se, infatti, si vende alcol a chi ha 17 anni, non si commette reato ma un semplice illecito amministrativo che in quanto tale è punito con una multa, seppur abbastanza alta.

Alla luce di quanto detto, l’età minima per cominciare a bere legalmente alcolici, o meglio l’età del ragazzo che consente al barista di somministrare alcolici, senza incorrere in sanzioni, è 18 anni.

È opportuno segnalare che l’affissione all’interno del locale di un cartello in cui si metta per iscritto il divieto di somministrazione di bevande alcoliche per i minori di 18 anni non esonera il barista da responsabilità in caso di violazione della normativa, come affermato più volte dalla Corte di Cassazione.

Il supermercato può vendere alcolici ai minorenni?

Ordinare da bere in un bar o acquistare alcolici al supermercato, da parte di un minore, sono attività che implicano gli stessi divieti e le stesse responsabilità per i titolari dell’attività.

Così come il barista risponde penalmente o con sanzione pecuniaria (a seconda che la somministrazione di alcolici è avvenuta in favore di minori o maggiori di anni 16), allo stesso modo il supermercato è responsabile della vendita di una bottiglia di vino al minorenne.

Il gestore dell’attività sociale infatti è sempre obbligato ad accertarsi dell’età dell’acquirente e non deve mai limitarsi solo a domandarla. È necessario chiedere un documento di riconoscimento, altrimenti si rischia di violare la legge, che sul punto è molto severa.

Per sola chiarezza si specifica che ad essere punito è solo l’esercente dell’attività e non il ragazzino.

Cerca il giusto Avvocato penalista

È proprio questo uno dei casi in cui si evidenzia chiaramente che il ruolo dell’avvocato non è solo quello di avviare cause in tribunale, di riscuotere parcelle e di difendere i propri assistiti. Un buon avvocato, infatti, per difendere davvero un esercizio sociale (bar, ristorante, discoteca ecc.) consiglierà al proprio cliente, che ne è titolare, di evitare la vendita di bevande alcoliche ai minori, piuttosto che arrivare a doverlo difendere in giudizio.

Si tratta, infatti, di un intervento necessario nel tessuto sociale volto a sensibilizzare in primis i ragazzi sulle conseguenze che l'abuso delle bevande alcoliche può provocare sulla loro salute psico-fisica e sulle loro abitudini future. Ma è pur vero che porre questo divieto solo in capo ai giovani, mal si concilia con la loro “leggerezza” adolescenziale e allora diventa necessario coinvolgere tutto l’ambiente sociale nell’obiettivo di limitare il “bere” in un’età ancora troppo giovane.

Ad ogni modo, chiunque può commettere un errore e non per questo deve essergli negata tutela legale, quindi seppur si è consapevoli di aver somministrato una bevanda alcolica ad un minorenne si può sempre cercare un avvocato penalista per la tutela del proprio diritto di difesa e assicurarsi che quanto meno venga applicata una sanzione proporzionata alla violazione commessa.

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