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Avvocato: in cosa consiste la corruzione?


Avvocato: quando c’è corruzione?

Quando si parla di corruzione occorre dirigere la propria attenzione verso i reati compiuti da un singolo cittadino privato verso la Pubblica Amministrazione.

La corruzione è, quindi, il comportamento di chi utilizza il proprio potere per fini personali ed include ogni forma di abuso, nello specifico si verifica quando un soggetto agisce contro i propri doveri ed obblighi, banalmente si può fare l’esempio del professore che dovrebbe bocciare lo studente impreparato ma invece lo favorisce, ottenendo in cambio denaro o altre utilità.

Occorre subito precisare che il reato di corruzione non riguarda solo il pubblico ufficiale corrotto, ma anche il singolo cittadino che ha tentato di corromperlo. Entrambi saranno puniti allo stesso modo.

Riflessi penali ha anche l’istigazione alla corruzione, ovvero un reato di condotta volto a punire chi mette in atto dei comportamenti criminosi, anche se non vanno a buon fine perché il pubblico ufficiale non accetta la proposta fattagli.

Che significa corrompere?

In primis per parlare di corruzione è necessario che ad essere corrotto sia un pubblico ufficiale o un soggetto incaricato di un pubblico servizio, mentre il corruttore può essere un comune cittadino.  

Detto in poche e semplici parole, la corruzione si verifica quando un funzionario pubblico accetta dal privato, per un atto relativo alle proprie attribuzioni, un compenso che non gli è dovuto.

La sanzione per chi si macchia di questo reato è molto grave, infatti, l’articolo 318 del codice penale dispone che:

“Il pubblico ufficiale che, per l'esercizio delle sue funzioni o dei suoi poteri, indebitamente riceve, per se' o per un terzo, denaro o altra utilità o ne accetta la promessa è punito con la reclusione da 3 a 8 anni”.

Corruzione propria e corruzione impropria

La corruzione si articola in due forme: propria e impropria.

La prima è sicuramente più grave della seconda e consiste in un patto tra il pubblico ufficiale e il singolo cittadino privato che si accordano per il compimento di un solo atto da parte del pubblico ufficiale, contrario ai suoi doveri d’ufficio.

Immaginiamo ad esempio ad una persona che rientrando da una cena tra amici, venga fermata un po’ “sbronza” dalla polizia, e per evitare l’alcol test corrompa il poliziotto offrendo 1.000 euro.

La corruzione impropria, invece, corrisponde al patto attraverso cui il pubblico ufficiale, dietro pagamento di somme di denaro mette a disposizione del cittadino la sua intera funzione.

Per fare un parallelo con l’esempio precedente, immaginiamo che la persona in questione debba ancora iniziare la sua cena con gli amici e preventivamente abbia corrotto il poliziotto per tutte le volte che lo trovi sbronzo.

Gravità della corruzione

Come anticipato la corruzione propria, che prevede la commissione di un solo atto è più grave di quella impropria che invece può prevedere una pluralità di atti corrotti. Ma perché?

La risposta sta nel fatto che nel caso di corruzione impropria c’è una promessa compiuta dal pubblico ufficiale per una eventuale e futura violazione delle sue funzioni, è quindi un reato di pericolo, ma la situazione non si è ancora verificata.

Nel primo caso invece il reato si è effettivamente concretizzato, si tratta quindi di un reato di danno.

Quando un poliziotto è corrotto?

Non c’è un limite di denaro al di sopra del quale scatta il reato di corruzione, dunque può commettere questo reato sia chi offra 10 euro sia chi ne offra 1.000 per ottenere specifiche utilità.

È vero anche che per definire corrotto un poliziotto è necessario che l’offerta, sia essa una promessa di denaro o di altra utilità debba essere idonea rispetto al fine perseguito, cioè deve essere tale da indurre il pubblico ufficiale al compimento di un atto contrario ai doveri di ufficio, come ha chiarito la Cassazione.

Corruzione in atti giudiziari

Altra forma di corruzione è la corruzione negli atti giudiziari che si verifica quando la stessa è finalizzata a favorire un determinato soggetto di un processo civile, penale o anche amministrativo, tanto da far ottenere una condanna ingiusta nei confronti di altri.

Se la condanna prevista comporta una reclusione non superiore a 5 anni, la pena prevista per chi ha commesso l’ingiustizia è la reclusione da 6 a 14 anni.

Se, invece, la condanna prevista comporta una reclusione superiore a 5 anni o addirittura l’ergastolo, allora la pena per il reato di corruzione consiste nella reclusione da 8 a 20 anni.

Le pene sono molto severe proprio perché le sentenze di condanna vengono emesse proprio dai giudici, e cioè quei soggetti che più di tutti dovrebbero scongiurare iniquità e disparità di trattamento.

Avvocato penalista per corruzione

La corruzione è un reato plurisoggettivo, nel senso che come stabilisce il codice penale ne rispondono sia il pubblico ufficiale che si è lasciato corrompere, sia il privato cittadino che lo ha corrotto.

Il bene che la legge vuole proteggere è il dovere di fedeltà e giustizia della pubblica amministrazione, oltre all’imparzialità, al buon andamento e alla trasparenza di tutte le pubbliche attività.

L’avvocato penalista, quindi, si trova a dover difendere interessi molto delicati, ma non in un’ottica privatistica, bensì a tutela della collettività e della società giuridica in cui viviamo.

Si pensi ai concorrenti di un concorso pubblico che vengano bocciati al solo fine di far rientrare nella selezione i soggetti favoriti dal commissario. I danneggiati potranno certamente ricorrere alla difesa dell’avvocato penalista al fine di proporre ricorso contro la commissione e accusare la medesima di corruzione.

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