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Riconoscimento figlio concepito – Consulenza legale


Figlio concepito: il padre può riconoscerlo?

Il riconoscimento del figlio è un atto giuridico formale mediante il quale il presunto genitore conferma il rapporto di filiazione sussistente con la prole e rende superfluo il successivo ed eventuale riconoscimento giudiziale. L’atto personale di riconoscimento infatti produce gli stessi effetti.

Si tratta chiaramente di un atto volontario, in quanto il genitore non può essere obbligato dalla legge ad assumersi la paternità o la maternità. In Italia, infatti, nel caso di figli nati fuori dal matrimonio non è prevista la presunzione di genitorialità né in capo alla madre né in capo al padre, in modo da tutelare anche la prima da gravidanze indesiderate facendo così ricorso all’anonimato.

L’atto di riconoscimento una volta posto in essere non può più essere revocato.

I presupposti per effettuare il riconoscimento del figlio sono i seguenti:

- che lo stesso non sia nato in costanza di matrimonio

- e che non abbia già lo status di figlio perché riconosciuto da altro genitore.

Quando il padre può riconoscere il figlio

Il riconoscimento del padre può essere fatto a partire da quando il figlio è concepito anche se in questo caso occorre che il riconoscimento avvenga in modo congiunto con la madre o successivamente al momento in cui quest’ultima lo abbia effettuato.

Questo problema sorge perché l’art. 258 del codice civile prevede che:

“L'atto di riconoscimento di uno solo dei genitori non può contenere indicazioni relative all'altro genitore. Queste indicazioni, qualora siano state fatte, sono senza effetto.”

È evidente che nel caso di figlio concepito e quindi non ancora nato, il riconoscimento deve per forza fare riferimento alla madre che lo porta in grembo, quindi le uniche soluzioni sono le seguenti:

- effettuare un riconoscimento congiunto

- fare il riconoscimento dopo la madre.

Se queste prescrizioni non vengono rispettate, il pubblico ufficiale che riceve l’atto e l’ufficiale di stato civile che lo iscrive nei Registri del Comune sono puniti con una sanzione che va da 20 euro a 82 euro, e comunque l’atto deve essere cancellato perché non ha efficacia alcuna.

Cosa fare se la madre non presta il consenso

Qualora il riconoscimento riguardi un figlio che non abbia ancora raggiunto i 14 anni di età, è necessario che venga prima effettuato dalla madre e che quest’ultima presti il consenso affinché poi possa farlo anche il padre.

In questo senso, quindi, il consenso del primo genitore assume quasi le vesti di autorizzazione per il secondo.

Nell’ipotesi in cui il primo genitore dovesse morire prima di prestare il consenso, questo può essere prestato dal tutore previa autorizzazione giudiziale che sarà rilasciata previa valutazione da parte del giudice circa la convenienza e gli interessi coinvolti del figlio.

Posso fare il riconoscimento con il testamento?

La risposta è Sì.

È possibile riconoscere il proprio figlio anche mediante testamento in tal caso ove vi fosse la revoca dello stesso, l’atto di riconoscimento manterrebbe la sua validità. Attenzione perché se si tratta di figlio concepito è necessario che al momento di redazione del testamento il riconoscimento sia stato fatto già dalla madre, non essendo possibile un riconoscimento congiunto state la natura unilaterale del negozio testamentario.

L’interdetto può fare il riconoscimento?

Nel caso di genitore interdetto il riconoscimento del figlio non può essere fatto dal tutore perché si tratta di atto personalissimo che deve essere compiuto dal soggetto direttamente interessato.

Il tutore potrà solo proporre azione giudiziale di riconoscimento o disconoscimento della paternità.

Avvocato per ricorso al giudice

In caso di negazione del consenso al riconoscimento, è possibile ricorrere al giudice mediante ricorso, scritto e presentato da parte di un avvocato necessariamente esperto in diritto di famiglia.

Il ricorso va depositato presso la cancelleria del Tribunale competente e successivamente verrà notificato all’altro genitore. Entro il termine di 30 giorni dalla ricezione di tale notifica, l’altro genitore dovrà fare opposizione al consenso, in mancanza il giudice emetterà una sentenza che autorizza al riconoscimento sostituendo il consenso negato.

Il giudice prende la decisione nell’esclusivo interesse del figlio, ecco perché in alcuni casi può anche prescindere dalle domande delle parti e agire d’ufficio.

Altra ipotesi in cui è necessario fare ricorso al giudice è quella del riconoscimento nato tra parenti, perché dal 2012 ne è caduto il divieto, tuttavia occorre che preventivamente il giudice autorizzi tale riconoscimento valutando gli interessi del minore e l’assenza di qualsivoglia pregiudizio nei suoi confronti.

La materia del diritto di famiglia può essere molto insidiosa data la delicatezza degli interessi coinvolti, ancor di più nel caso di riconoscimento del figlio. Ecco perché è fortemente consigliato chiedere assistenza legale ad un buon avvocato con una consolidata esperienza nel settore. La ricerca del professionista può essere compiuta online, anche mediante questo portale, in modo da risparmiare tempo e altresì denaro vista la probabilità di trovare anche un avvocato economico.  

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