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Sospensione della patente di guida – Consulenza legale


Patente di guida sospesa: avvocato per ricorso

La sospensione della patente di guida avviene in seguito ad una violazione del Codice della Strada e comporta l’impossibilità di guidare per un determinato periodo di tempo che va da un minimo di alcuni mesi ad un massimo di 2 anni.

La sospensione è una sanzione accessoria ad una sanzione penale o amministrativa e può essere irrogata dal Prefetto o dall’Autorità giudiziaria. Tra le cause più frequenti c’è la guida in stato di ebbrezza o l’eccesso di velocità.

Diversamente dalla revoca o dal ritiro della patente, la sospensione è una condizione transitoria e al ricorrere di alcuni presupposti è possibile chiedere dei permessi per recarsi al lavoro.

Come fare opposizione alla sospensione della patente

Se il conducente ritiene che il provvedimento di sospensione della patente di guida sia illegittimo può presentare ricorso presso il Giudice di Pace per ottenere l’annullamento della sanzione.

L’opposizione per essere valida va presentata al ricorrere di determinati motivi, ossia:

1. assenza del verbale di accertamento della violazione da parte dell’automobilista;

2. notifica avvenuta in ritardo, quindi senza rispettare il termine massimo di 20 giorni dal fatto;

3. inesattezza delle indicazioni contenute nell’ordinanza.

L’opposizione alla sospensione può essere fatta autonomamente dalla singola persona, senza necessaria assistenza dell’avvocato, sebbene una consulenza legale sia sempre consigliabile al fine di redigere un ricorso ben articolato e completo.

Come posso riprendere la patente?

In linea di massima, scaduto il termine di sospensione indicato nel provvedimento, il conducente può recarsi autonomamente presso la Caserma dei Carabinieri e chiedere la restituzione della patente di guida.

Anche per questo, considerato che in genere la sospensione è disposta solo per qualche mese, non sarebbe utile agire per vie legali perché si sa che i procedimenti giurisdizionali richiedono sempre tempi lunghi.

Se però, la sospensione è stata disposta per il periodo massimo di 2 anni e soprattutto per una motivazione invalida, il conducente ha tutto il diritto di rivolgersi ad un avvocato e agire in giudizio per riottenere la patente e chiedere eventualmente il risarcimento dei danni per i disagi subiti ad esempio a lavoro, stante l’impossibilità di guidare.

Posso chiedere un permesso di guida per lavoro?

La sospensione della patente di guida, per quanto possa essere una valida sanzione nei confronti dell’automobilista trasgressore delle norme del codice della strada, non può in alcun modo pregiudicare il suo posto di lavoro.

Quindi, se si dimostra di essere impossibilitati a recarsi in ufficio o comunque sul posto di lavoro con mezzi alternativi, ad esempio tram, metro, bus ecc., è possibile chiedere al Prefetto un permesso straordinario per utilizzare la propria vettura per un massimo di 3 ore al giorno.

Naturalmente il permesso vale solo per il tragitto casa – lavoro e non può essere utilizzato per altri scopi.

Tale richiesta deve essere inviata al Prefetto entro 5 giorni dall’infrazione e se viene accolta, l’esito positivo sarà comunicato in forma scritta al conducente con indicazione delle fasce orarie in cui è possibile guidare.

Ritiro e sospensione della patente

Contrariamente a quanto si possa pensare, il ritiro della patente è una sanzione meno grave rispetto alla sospensione.

In genere, il ritiro viene disposto direttamente dagli agenti della polizia in caso di irregolarità da parte del conducente, ad esempio qualora questi non abbia rinnovato la patente. In tale ipotesi infatti, gli agenti potranno ritirare immediatamente il documento e trattenerlo finché l’automobilista non esegua il rinnovo.

La differenza più evidente sta nel fatto che il ritiro non è propriamente una sanzione, ma piuttosto un atto amministrativo che mira a tutelare la sicurezza in strada.

Come farsi ridurre la sospensione della patente

Per la riduzione o l’annullamento del provvedimento di sospensione è necessario presentare ricorso al giudice di pace entro il termine di 30 giorni dalla notifica della sospensione da parte del prefetto.

Chiedere un parere legale prima di agire è sempre consigliato, anche perché un occhio esperto può suggerire la strategia difensiva più appropriata al caso di specie.

Cosa succede se guido con la patente sospesa?

In caso di guida con patente sospesa, la sanzione è molto grave in quanto comporta la revoca del documento.

Revocare la patente di guida significa cancellare il documento con annullamento perenne della sua validità, quindi l’automobilista per rimettersi alla guida dovrà sostenere di nuovo l’esame di idoneità, ma potrà farlo solo dopo 2 anni dal provvedimento di revoca.

Quando fare ricorso per patente sospesa

Considerato che in un mondo frenetico come quello attuale la rapidità degli spostamenti è fondamentale, vedersi sospesa la patente può rappresentare un vero inconveniente.

Come già anticipato se la sospensione è disposta per un breve periodo, ad esempio un paio di mesi, non è molto consigliato agire per vie legali perché un processo impiegherebbe tempi maggiori, oltre a tutte le spese legali da sostenere.

Quando però si ritiene che la sospensione sia ingiusta, oppure la stessa è stata prevista per tempi medio lunghi è possibile far valere le proprie ragioni con la difesa di un avvocato specializzato il quale analizzata la circostanza specifica preparerà un ricorso al fine di:

1. Annullare il provvedimento

2. ridurre i tempi di sospensione, se l’annullamento totale non è possibile;

3. ottenere il risarcimento dei danni se dal provvedimento sanzionatorio siano derivate delle conseguenza ingiuste per il conducente.

Quanto costa l’avvocato per il ricorso

Il costo per un ricorso contro il provvedimento di sospensione è variabile, in quanto dipende da una pluralità di fattori, ad esempio il motivo per cui è stato disposto il provvedimento, i tempi di sospensione, la recidiva del conducente ecc.

È chiaro che se la sospensione avviene a seguito di guida in stato d’ebrezza il caso sarà abbastanza difficile, in forza degli interessi coinvolti, primi fra tutti la sicurezza stradale e l’incolumità delle persone e dunque anche la parcella dell’avvocato avrà un peso maggiore.

Ad ogni modo, è sempre possibile chiedere un preventivo scritto all’avvocato prima di affidargli il caso e valutare la convenienza o meno di avviare un processo.

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