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Cosa sono gli straordinari a lavoro


Straordinari non pagati: cosa puoi fare

Le ore di lavoro sono quelle indicate nel contratto che firma il dipendente prima di iniziare a svolgere le sue mansioni nell’azienda. Nel momento in cui questi si trova a lavorare per un orario maggiore, le ore di differenza sono considerate “lavoro straordinario” e in quanto tale, tenendo conto del maggior dispendio di energie del lavoratore, deve essere pagato in più rispetto alle ore di lavoro contrattuali.

A volte, gli straordinari sono un espediente per guadagnare di più, un extra che si aggiunge allo stipendio base del lavoratore, ma quando il datore non paga sorgono aspre controversie che in alcuni casi si risolvono in sede stragiudiziale, facendo ricorso all’ispettorato del Lavoro o ai sindacati, in altri finiscono in Tribunale rendendo così necessaria la difesa di un avvocato del lavoro.

Avvocato: come sono pagati gli straordinari?

Le normative in materia di lavoro stabilisce degli scaglioni ben precisi per calcolare il pagamento delle ore di lavoro straordinario e sono previste delle percentuali da applicare sul compenso orario della normale retribuzione, ovvero:

- 15% per le prestazioni di lavoro dalla 41esima alla 48esima ora settimanale;

- 20% per le prestazioni di lavoro eccedenti la 48esima ora settimanale;

- 30% per le prestazioni di lavoro nei giorni festivi (ad esempio il 15 agosto, il 25 dicembre) o la domenica;

- 50% per le prestazioni di lavoro svolte durante la notte - con le quali si intendono le mansioni svolte dalle ore 22 alle 6 del mattino -, sempre che non si tratti di turni lavorativi già contenuti nel contratto firmato.

Quali sono le ore di lavoro da contratto

I contratti collettivi nazionali di lavoro indicano un limite massimo di orario pari a 48 ore, comprensive di straordinario, e che quindi non può essere superato, in quanto la legge tutela la salute e l’integrità fisica e psicologica del lavoratore.

Ad ogni modo, possiamo distinguere un orario normale pari a 40 ore settimanali, salva la possibilità che sia previsto un ammontare orario inferiore, ad esempio 35 ore, e un orario straordinario che può essere al massimo di 8 ore in aggiunta alle 40 normali.

Cosa fare se il capo non paga lo straordinario

Prima di tutto, al lavoratore conviene munirsi di prove che accertino le ore di lavoro straordinario e il mancato pagamento delle medesime. Con delle prove scritte alla mano, dimostrare l’inadempimento del datore di lavoro sarà più semplice.

Tra le prove più forti rientrano:

-  le ricevute firmate dal capo che attestano le ore in più di lavoro svolto;

- l’indicazione in busta paga delle ore di straordinario;

- le eventuali comunicazioni scritte scambiate con il datore di lavoro.

Appurato ciò, il lavoratore può rivolgersi in un primo momento al sindacato territorialmente competente che promuoverà presso la propria sede un tentativo di conciliazione con il datore di lavoro al fine di trovare un accordo bonario.

Se questa prima mossa dovesse rivelarsi inutile, il dipendente può ricorrere all’assistenza di un avvocato che in alcune circostanze potrà decidere di inviare una lettera di diffida al datore di lavoro per esortarlo a regolarizzare i pagamenti ancora dovuti.

Ultima spiaggia è l’avvio di una causa in Tribunale. Si cerca di lasciare questa mossa come ultima perché comporta costi e lungaggini maggiori per il dipendente, a partire dalla parcella dell’avvocato e dalle spese legali obbligatorie per istaurare il giudizio.

Il datore può pretendere più ore di lavoro?

Si pensi all’ipotesi in cui il lavoratore ha firmato un contratto di lavoro con un determinato ammontare di ore e poi si trovi costretto a dover lavorare di più. In questi casi, tendenzialmente ci si rivolge ad un avvocato esperto in diritto del lavoro per tutelare i diritti del dipendente, ma la legge fornisce almeno in un primo momento anche l’opportunità di agire da soli.

Certo è che non si può denunciare, in senso tecnico, il datore di lavoro perché il mancato pagamento delle ore in più di lavoro svolto non costituisce reato, ma è più propriamente un illecito amministrativo. E allora che fare?

In primis, il dipendente può ricorrere all’ispettorato dell’INPS o all’ispettorato del lavoro territorialmente competente, e presentare una segnalazione, ovvero un modulo scritto in cui spiega il comportamento scorretto tenuto dal datore di lavoro. In questo caso non è necessaria l’assistenza dell’avvocato, sebbene sia sempre consigliata.

Se però questo primo espediente dovesse fallire, il dipendente può ricorrere dinanzi al Tribunale, ma questa volta è assolutamente obbligatoria la difesa del proprio avvocato, e ottenere così il pagamento degli arretrati nonché il versamento dei contributi.

Rischi per il datore che non rispetta l’orario

Il datore di lavoro o l’azienda che non rispetta l’orario di lavoro previsto nel contratto rischia una sanzione amministrativa che va da 200 a 1.500 euro per singolo lavoratore.

Se invece la stessa violazione riguarda più di 5 lavoratori, la multa potrebbe salire fino a 3.000 euro per ciascun dipendente.

Quanto costa una causa di lavoro: avvocato economico

Alcune volte, per evitare di indispettire il capo tanti dipendenti rinunciano a fargli causa oppure si trovano costretti ad accettare la situazione, seppur scorretta, in quanto non hanno disponibilità economica per contattare un avvocato.

Al riguardo, allora, è utile essere a conoscenza di alcune dritte:

1. Per tutte le persone che non superano una determinata soglia di reddito lo Stato mette a disposizione lo strumento del Gratuito Patrocinio;

2. In un primo momento è possibile esperire anche un tentativo bonario di conciliazione con il proprio datore di lavoro mediante l’intervento dell’ispettorato del Lavoro, evitando così i costi di una causa in Tribunale;

3. Quando ci si trova in difficoltà economica si può orientare la scelta del proprio professionista legale verso un avvocato economico, ma al tempo stesso esperto nella tutela dei lavoratori. Attraverso questo portale, infatti, è possibile ricercare il consulente legale più adatto alle proprie esigenze e più vicino alla propria città.

Cerca avvocato specializzato per tutela lavoratori

Le cause di lavoro sono tra le più problematiche perché il dipendente si trova, come si suole dire, tra l’incudine e il martello, nel senso che da un lato è oppresso dal potere del datore di lavoro, dall’altro ha bisogno di mantenere il proprio posto in azienda per assicurarsi l’entrata economica.

Dunque, affidarsi ad uno Studio legale specializzato in cause di lavoro può essere la mossa vincente per salvaguardare i propri diritti di lavoratore, ma in alcuni casi anche per difendersi in qualità di datore di lavoro. Non mancano, infatti, casi in cui i ricorsi dei dipendenti sono pretestuosi e le aziende si trovano citate in giudizio senza una reale motivazione rischiando di subire un pregiudizio sociale ed economico nel settore commerciale.

Sia da un lato che dall’altro, allora, è sempre utile avere la consulenza legale di un équipe di professionisti pronti ad analizzare nello specifico la situazione e a fornire una efficace strategia difensiva.

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