Trova Online l’Avvocato
che stai cercando

Gratis e Senza Impegno.
Fissa un appuntamento con l'Avvocato

Come le banche truffano i clienti


Avvocato per truffa Bancaria

In qualunque discussione relativa alla crisi economica del nostro Paese, c’è sempre chi attribuisce la colpa agli istituti di credito, e precisamente ai banchieri. È ormai diventata una prassi, come se si volesse per forza cercare un capro espiatorio per giustificare tutte le storture economiche del nostro sistema politico-finanziario.

Certo è che nel rapporto tra banca e cittadino, la parte forte è la banca mentre chi soccombe è nella stragrande maggioranza dei casi la singola persona che fa trattative con l’istituto di credito, apre un conto corrente, chiede un mutuo ecc.

Ciò non vuol dire che sia impossibile difendersi dalle truffe delle banche, ma bisogna conoscerle prima di avventarsi contro i banchieri e affinché sia possibile occorre la consulenza legale di un avvocato specializzato nel diritto finanziario e nel settore bancario.

Modifica unilaterale del conto corrente

La legge consente alla banca di modificare in maniera unilaterale, quindi autonomamente e senza il consenso del cliente, le condizioni del conto corrente acceso, ma di regola deve esserci un preavviso di 2 mesi in modo da dare al cliente la facoltà di recedere dal contratto.

Queste modifiche, però non possono alterare il tasso di interesse, che dovrebbe essere invariabile, ma spesso è proprio questo che fanno le banche. La truffa sta nel fatto che l’aumento avviene progressivamente e in misura bassissima, tanto da non essere quasi percepibile per il cliente, ma che al contempo costituisce un enorme vantaggio per l’istituto di credito.

Ma se un cliente se ne accorge? In questo caso, le banche per evitare un discredito sociale e la conseguente diffamazione, restituiscono al cliente le somme contestate entro massimo 72 ore. Ma è solo un’eventualità, perché il 95% dei clienti non si accorge di tale truffa, e la banca non restituisce un bel niente.

Mutui ipotecari: quali sono i rischi?

Quando si chiede un mutuo in banca, questa non può finanziare per una somma maggiore dell’80% del valore dell’immobile, così come valutato da un perito a ciò designato.

Solo se il cliente offre un’ulteriore garanzia reale, come ad esempio una seconda ipoteca, oppure una garanzia personale come una fideiussione, la banca può arrivare a finanziare fino al 100% del valore dell’immobile, proprio perché in caso di insolvenza del cliente ha comunque la copertura data dalle garanzie.

Alle banche però, converrebbe in termini economici finanziare una somma maggiore, perché ciò significa più rate e dunque più interessi spalmati nel tempo. In passato infatti, si finanziava tutto, senza troppi controlli e il risultato è stata la grossa crisi economica del 2008, data dalla presenza di troppi crediti non esigibili, perché i clienti erano insolventi.

Polizze vita: possono farle le banche?

La funzione tipica degli istituti bancari è quella di elargire credito ai propri clienti, dietro opportune garanzie, tuttavia è innegabile che la realtà economica attuale si sia evoluta e i servizi finanziari più redditizi sono altri.

A dire il vero, spesso le banche inducono i propri clienti a stipulare delle polizze vita, che non sono affatto obbligatorie, inserendole come clausola all’interno di altre operazioni finanziarie, cioè ad esempio può capitare che la banca non rilasci un mutuo al cliente se non dopo la stipula della polizza vita.

È naturalmente una pratica scorretta, che il cliente spesso ignora perché magari non conosce la legge, non si informa, o non presta attenzione a quanto è scritto nel contratto.

Cosa fare? Fondamentale è rivolgersi subito ad un avvocato, anzi l’ideale sarebbe chiedere una consulenza legale prima di firmare qualunque tipo di contratto con un istituto di credito, almeno per conoscere gli effetti e le conseguenze legali. 

Cos’è il Phishing?

Con il termine Phishing ci si riferisce alla truffa del momento, ovvero a quella che avviene mediante email, sms, telefonate o anche tramite annunci pubblicitari sul web. L’obiettivo è quello di attirare l’attenzione della vittima e di indurla a fornire i propri dati personali, nella maggior parte dei casi password di conti correnti, codici di home bancking ecc., al fine di accedere ai saldi bancari della vittima.

In genere poi, queste comunicazioni provengono da malfattori che si appropriano del nome della banca per ingenerare fiducia nel cliente.

Al giorno d’oggi gli studi legali sono intasati di queste cause, che sono diventate molto comuni, e anche difficili da smascherare perché chi si cela dietro la truffa bancaria è in genere una persona esperta di informatica che riesce a eliminare ogni traccia.

Come non cadere nel Phishing

In primis è importante chiarire che nessuna banca o altro istituto finanziario chiederà mai di fornire i propri dati personali (password, conti correnti, iban ecc.) attraverso un sms o una telefonata.

In secondo luogo, non bisogna mai navigare su siti che non siano quelli ufficiali della propria banca, perché è attraverso link non ufficiali che avvengono le maggiori truffe.

Infine, altro consiglio utile è quello di non richiamare mai i numeri che non corrispondono a quelli dell’istituto bancario, perché anche a distanza potrebbe essere hackerato il proprio dispositivo telefonico.

Quando la banca deve risarcire per Phishing

Una volta che si è stati vittima di phishing sorge spontaneo chiedersi chi deve risarcirci: la banca o il soggetto autore della truffa?

Verrebbe da rispondere che a risarcire il danno dovrebbe essere la persona responsabile, ma è molto difficile recuperarne le tracce, allo stesso tempo non sarebbe equo addossare immediatamente la colpa alla banca che ne è del tutto estranea.

Allora la legge ha stabilito che la banca potrebbe essere tenuta a risarcire le somme sottratte al cliente mediante phishing in alcuni casi da valutare singolarmente e con la consulenza di un avvocato esperto in diritto bancario, ma comunque è fatto salvo il caso in cui vi sia stata colpa grave del cliente.

Truffa sul bonifico bancario

Altra ipotesi di truffa bancaria molto comune è quella che riguarda il versamento di somme su iban inesatti.

In questo caso è la banca o l’intermediario finanziario che deve dimostrare di essersi comportata correttamente e nello specifico occorre provare:

1. la corretta autenticazione da parte del cliente, nome di accesso, password ecc.;

2. la correttezza delle operazioni finanziarie contestate, quindi la verifica dei codici, dei dati personali del cliente ecc.

3. l’assenza di problemi di funzionamento della banca online e dei servizi di pagamento.

Se l’esito di tutti questi controlli non riscontra anomalie, la banca non può essere considerata responsabile della truffa subita dal cliente, al contrario in caso di errori nella transazione di denaro sarà possibile rivolgersi ad un buon avvocato per ottenere il rimborso delle somme da parte dell’istituto di credito.

Sei stato truffato? Cerca online l’avvocato giusto

Non è mai piacevole accedere al proprio conto corrente bancario e vederlo in rosso, per giunta senza aver speso un euro. Oltre a perdere denaro, quando si viene truffati si viene derubati di tutte le proprie password, dei codici di accesso, dei dati personali ecc.

Sono molti i danni che si possono subire, e allora la rabbia potrebbe indurre a fare la mossa sbagliata, ovvero quella di adirarsi immediatamente contro l’istituto bancario presso cui è acceso il nostro conto corrente.

Le truffe online sono all’ordine del giorno e per combatterle è necessaria l’assistenza di un avvocato esperto nel settore bancario ma anche in quello informatico e che sia costantemente aggiornato sulle nuove tecnologie virtuali. Attraverso questo portale si offre la possibilità di contattare un avvocato gratis per chiedere una consulenza in diritto bancario nonché un preventivo scritto per conoscere in anticipo tutte le spese legali da sostenere oltre alla parcella del professionista.

CONTATTA GRATIS L'AVVOCATO SPECIALIZZATO IN QUESTA MATERIA

Potrebbe interessarti:

Le informazioni riportate in questo articolo sono a carattere generico e non possono essere considerate documenti ufficiali, così come non possono in alcun modo sostituire il parere di un professionista. Per gli stessi motivi Easy Web Project Srl non risponde in alcun modo della correttezza di quanto riportato, così come dell’aggiornamento dei contenuti, in quanto argomenti suscettibili di modifiche nel tempo. EWP invita pertanto gli utenti a consultare direttamente un avvocato per avere informazioni aggiornate, certe e conformi al proprio caso specifico.

richiesta all'avvocato