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Cibo scaduto: si può vendere?


Cibo scaduto al supermercato: risarcimento danni?

Almeno una volta nella vita, a tutti sarà capitato di andare al supermercato a fare la spesa e di trovare dei prodotti con data di scadenza già superata. A volte ci si accorge stesso sul posto della scadenza e in tal caso in genere si tende a rimettere sullo scaffale il prodotto e a prenderne un altro, senza fare troppe storie, altre volte ci si rende conto solo a casa e allora si decide di tornare al supermercato per segnalare l’accaduto.

Ma in realtà, il supermercato o il negozietto di alimentari può vendere prodotti scaduti o no?

La vendita di prodotti alimentari è regolata da norme abbastanza rigide, tese alla tutela della salute e al rispetto dei diritti del consumatore. Alla luce di ciò i supermercati hanno l’obbligo di mettere in commercio soltanto prodotti alimentari freschi, con data di scadenza lontana rispetto alla data in cui vengono introdotti nel negozio e soprattutto sottoposti a controlli circa la loro composizione.

Quando uno di questi oneri viene meno, è chiaro che ci saranno delle conseguenze, anche legali.

Cosa indica la data di scadenza

Contrariamente a quanto si possa pensare, mettere in vendita alimenti il cui termine minimo di conservazione è “scaduto” non integra alcuna ipotesi di reato.

Si tratta di una decisione della Corte di Cassazione, ma attenzione perché tra “data di scadenza” e “termine minimo di conservazione” c’è una sottile differenza.

Se sull’etichetta del prodotto c’è scritto “scade il…” oppure “da consumarsi entro il…” la vendita oltre quella determinata data è assolutamente vietata, e inoltre la normativa sia nazionale che comunitaria prevede l’obbligo di indicare l’esatta data di scadenza su tutti i cibi essendo molto severa sul punto.

Diverso è il discorso per il TMC ovvero il “termine minimo di conservazione” il quale indica la data entro la quale l’alimento conserva intatte le proprietà organolettiche in adeguate condizioni di conservazione (ad esempio al disotto di una determinata temperatura, al riparo dalla luce ecc.) e viene indicato con la dicitura “da consumarsi preferibilmente entro …” o “da consumarsi preferibilmente entro la fine …”.

Dunque, è la scadenza di questo termine che non comporta responsabilità per il supermercato che lascia in vendita il prodotto.

Se il prodotto non è deteriorato posso venderlo?

La stessa Corte di Cassazione, in relazione alla data di scadenza dei cibi ha stabilito che la pericolosità dei prodotti alimentari va valutata in concreto, cioè in forza dell’effettivo danno che può arrecare alla salute della persona.

Ciò significa che se sulla confezione di un alimento è indicata una data di scadenza già superata, ma il cibo è totalmente integro e non pericoloso per la salute, non si potrà fare una denuncia sostenendo che il prodotto è nocivo.

Sembra quasi un paradosso, ma resta fermo che il reato di commercio di sostanze alimentari nocive per configurarsi necessita che gli alimenti abbiano, in concreto, la capacità di arrecare danno alla salute.

Si tratta di un’affermazione di non immediata percezione e perciò sarà necessario condurre poi analisi specifiche, anche da un punto di vista nutrizionale e di composizione del prodotto, prima ancora che legale per la propria tutela.

Supermercato: chi è responsabile del cibo scaduto?

Ad essere responsabile penalmente della vendita di cibi scaduti non è il gestore del supermercato se c’è un addetto preposto al posizionamento dei prodotti sugli scaffali.

È pur vero però che il gestore è responsabile del corretto andamento dell’organizzazione interna della sua attività, compresi i doveri dei dipendenti, poiché agli occhi esterni è lui che rappresenta il Supermercato, in questo caso.

Quindi, al di là della specifica responsabilità penale, sorge sempre e comunque una responsabilità collettiva inerente all’organizzazione del personale e del funzionamento interno dell’azienda.

Quali sono i diritti di chi va al supermercato

Andare al supermercato per fare la spesa sembra solo un’attività di routine, ma in verità nasconde o meglio incorpora una serie di diritti per il consumatore che sono degni di essere evidenziati (almeno i più importanti).

In primis, tutti i prodotti esposti per la vendita al dettaglio, nelle vetrine esterne o all’ingresso dei locali commerciali devono indicare il prezzo di vendita, nonché il prezzo per unità di misura, cioè “al kg…al litro… ecc.

In secondo luogo, su ogni prodotto deve essere indicata la data di scadenza perché come più volte detto in questo articolo, la vendita di prodotti scaduti è severamente sanzionata dall’ordinamento nazionale e comunitario.

Infine, anche una caduta al supermercato è da considerare rilevante, a patto che si dimostri che essa sia stata strettamente causata dalla presenza di insidie lungo i corridoi, ad esempio carrelli, scatoloni, pedane cariche di prodotti ancora da sistemare ecc. Sono ipotesi abbastanza frequenti, alle quali però non si presta attenzione perché non si pensa rientrino tra i diritti del consumatore.

Avvocato per tutela del consumatore

Come anticipato, il consumatore può vantare una serie di diritti, ma in caso di prodotti scaduti occorre distinguere:

- se ci si accorge solo a casa di aver acquistato dei prodotti scaduti, è possibile recarsi al supermercato per vedersi restituito il prezzo o cambiato il prodotto, sempre conservando lo scontrino;

- se, invece, ci si accorge che la scadenza del prodotto è stata già superata, ma solo dopo averlo ingerito, ad esempio perché ci si è sentiti male, allora sarebbe consigliabile rivolgersi ad un avvocato specializzato di diritti della persona e pretendere un risarcimento dei danni dal supermercato per lesione del proprio diritto alla salute.

In questi casi, infatti, il consumatore è protetto dalla normativa del codice del consumo che lo tutela in caso di responsabilità del produttore o del fornitore (quindi il supermercato) per aver venduto il prodotto scaduto.

Si ribadisce, che la Corte di Cassazione è stata chiara nell’affermare che la responsabilità penale ricade solo sull’addetto al posizionamento del prodotto sullo scaffale del negozio alimentari.

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