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Chi è l’erede universale


Erede universale: che poteri ha?

L’erede universale è il soggetto designato dal de cuius, ovvero dal testatore, prima di morire affinché erediti tutto il patrimonio ereditario da questo lasciato. In tal senso, si intende che l’erede subentrerà in tutte le situazioni attive, ma anche in tutte quelle passive aperte dal defunto, debiti ecc.  

In realtà, l’erede universale oltre a poter essere nominato dal de cuius mediante testamento, può essere investito di tale qualifica anche per legge, laddove però non vi siano altri soggetti chiamati a partecipare alla successione del defunto. 

Come si diventa eredi universali

Per acquisire lo status di erede universale non è sufficiente la designazione all’interno di un testamento o la previsione da parte della legge, ma è necessario che il soggetto chiamato accetti, espressamente o tacitamente, l’eredità, come previsto dall’articolo art. 459 del codice civile.

La legge, attraverso questa norma, sancisce il principio in base al quale “nessuno è erede contro la propria volontà”, ed è appunto necessaria l'accettazione al fine di acquistare l'eredità.

È bene sottolineare poi, che l’accettazione dell’eredità ha un effetto retroattivo nel senso che l’erede diventa tale fin dal momento di apertura della successione, giorno coincidente con la morte del de cuius.

Quali sono i poteri che ha l’erede?

I poteri dell’erede sono individuati dall’articolo 460 del codice civile secondo il quale, ancor prima di accettare l’eredità, il soggetto che è chiamato può esercitare tutte le azioni possessorie a tutela dei beni ereditari senza bisogno della loro materiale apprensione.

Oltre a ciò, l'erede può anche compiere atti di amministrazione temporanea, di vigilanza e atti conservativi, a meno che sia stato nominato un curatore dell'eredità. L'erede, infine, può chiedere all'autorità giudiziaria l'autorizzazione a vendere i beni che richiederebbero un dispendio eccessivo per la loro conservazione o che non possono essere conservati, pena il loro deperimento.

L’erede può vendere un immobile ereditario?

La risposta è certamente Sì!

È possibile vendere un immobile ereditario, ma bisogna rispettare alcune formalità:

- necessario consenso degli altri eredi;

- presentazione della dichiarazione di successione all’agenzia delle entrate;

- accettazione dell’eredità

- pagamento della tassa di successione, il cui importo varia a seconda del grado di parentela che l’erede ha con il defunto.

Le diverse tipologie di eredi

La figura dell’erede può assumere diverse sfumature, ed è per questo che può risultare utile comprendere le differenti tipologie previste dalla legge:

- Erede legittimo, colui che viene considerato erede per espressa previsione della legge e di solito è individuato tra i parenti più stretti del defunto, quali il coniuge, i figli, i genitori, i fratelli, le sorelle ecc.;

- Erede legittimario, che rappresenta una ristretta categoria di soggetti cui la legge destina una specifica quota del patrimonio del defunto, a prescindere che questi lo abbia nominato erede o no. I legittimari sono il coniuge, i figli e gli ascendenti;

- Erede fiduciario, cioè la persona depositaria dell’eredità, con il compito di consegnarla successivamente ad un erede legittimo;

- Erede Apparente, ovvero quella persona che, pur qualificandosi e comportandosi come erede legittimo, di fatto non lo è perché non ne possiede i requisiti necessari. Tutti gli atti da lui posti in essere sono perciò privi di efficacia.

Il coniuge può essere erede universale?

In caso di successione per legge, quindi senza testamento, il coniuge diventa erede universale solo se mancano i figli, gli ascendenti, i collaterali (ad esempio fratelli o cugini) nonché altri parenti entro il sesto grado di parentela.

In caso di successione regolata con testamento, invece, occorre che il coniuge sia il solo rimasto dei legittimari, ovvero quei soggetti ai quali la legge assicura una determinata quota detta “legittima”, e quindi che non vi siano figli e, in assenza dei figli, gli ascendenti.

Erede universale o legatario?

Seppur questi due termini vengono spesso utilizzati in maniera confusa nell’ambito successorio, è bene distinguere le due istituzioni.

L’erede universale è chi eredita l’intero patrimonio attivo e passivo del defunto, mentre il legatario eredita solo un diritto patrimoniale specifico del de cuius.

Per questo il legatario può essere nominato solo per testamento e non anche per legge. Ad esempio, è legatario il soggetto al quale il de cuius lascia solo la proprietà della sua auto d’epoca.

Inoltre, la qualità di erede universale, a differenza di quanto previsto per quella di legatario, non si acquista automaticamente all’apertura della successione (momento che coincide con il giorno del decesso del testatore), ma richiede un atto di accettazione, espresso o tacito.

L’erede universale può rifiutare l’eredità?

Al pari di tutti gli altri chiamati all’eredità, anche l’erede universale può dichiarare di rinunciare all’eredità lui spettante e in genere la rinuncia deve avvenire entro il termine di 10 anni a partire dal giorno in cui il defunto è morto.

In verità questo termine è previsto dalla legge specificamente per l’accettazione dell’eredità, ma si ritiene che possa essere esteso anche alla rinuncia.

Accettazione dell’eredità con beneficio d’inventario

Un’alternativa all’accettazione pura e semplice dell’eredità, è il beneficio d’inventario ovvero lo strumento attraverso il quale l’erede universale intende accettare, ma al contempo tenere separato il proprio patrimonio da quello del defunto.

In termini pratici, gli effetti del beneficio d’inventario prevedono che l’erede conserverà verso l’eredità tutti i diritti e gli obblighi che aveva in vita verso il defunto e inoltre avrà l’obbligo di pagare i debiti ereditari, ma nei limiti del valore dei beni ricevuti a seguito dell’accettazione.

Per accettare con beneficio d’inventario è necessaria una specifica dichiarazione scritta, redatta con l’assistenza legale di un avvocato specializzato in successioni, e in più deve essere seguita o preceduta dalla redazione di un inventario di tutti i beni che facevano parte del patrimonio ereditario del defunto.

Avvocato esperto in successioni

La perdita di un proprio familiare è sempre un momento traumatico sotto il profilo affettivo, ma a ciò si aggiungono le problematiche di tipo fiscale legate alle tasse da pagare e quelle ti tipo legale che, in genere, riguardano i litigi tra gli eredi.

È inevitabile, allora, doversi affidare all’aiuto di un legale, perché un buon avvocato esperto in diritto delle successioni sa quali pratiche sono necessarie ai fini della successione.

I parenti spesso si chiedono: devo per forza pagare i debiti del defunto? Come faccio a sapere se c’è un testamento? A che serve la dichiarazione di successione?

Sono tutti interrogativi ai quali si può avere risposta solo dopo una consulenza legale da un avvocato che analizzerà nello specifico la propria situazione, personale e familiare, e sulla base di ciò sarà in grado di indirizzare il proprio cliente verso la soluzione più adatta.

Il primo consiglio utile, allora, è quello di cercare un professionista legale non appena si viene a conoscenza di una eredità o successione.

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