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Multa divieto di sosta: quando non è valida


Divieto di sosta non segnalato: ricorso multa

In Italia, in determinati spazi, strade o luoghi vige il divieto di sosta.

Sostare vuol dire lasciare la vettura ferma nel medesimo posto, anche per molte ore o addirittura giorni senza il conducente.

L’infrazione di tale divieto è punito con la multa il cui importo varia da 41 a 168 euro, a seconda del tipo di sosta, e da altre sanzioni accessorie, quali ad esempio: la rimozione del veicolo o la decurtazione di punti dalla patente.

È necessario che il divieto di sosta sia indicato da uno specifico cartello, altrimenti la multa non è valida. Al riguardo occorre precisare che:

- il segnale di divieto di sosta non è più valido dopo il primo incrocio;

- è valido solo sul lato destro della strada su cui è posto;

- può prevedere delle eccezioni, ad esempio a taxi e bus, riportandole espressamente;

- può essere integrato con un pannello che indica la “zona rimozione coatta”.

Come contestare la multa per divieto di sosta: avvocato

Nel momento in cui si intende contestare una multa stradale si hanno 3 opzioni:

1. il ricorso al Prefetto: da presentare entro il termine di 60 giorni dalla notifica del verbale o dalla contestazione della multa  

2. il ricorso al Giudice di Pace: da proporre entro il termine di 30 giorni dalla violazione commessa o dalla notifica del verbale di contravvenzione.

3. il ricorso in autotutela: ovvero una difesa posta in essere dal singolo cittadino contro l’ente che ha irrogato la multa.

La scelta è rimessa all’automobilista, il quale però dovrà valutare la scelta più conveniente per il proprio caso.   

È chiaro che, il ricorso al giudice di pace permette di essere davanti ad un soggetto terzo rispetto alle parti e di ottenere un giudizio equo, anche se a volte poco tecnico considerata l’interpretazione giurisprudenziale delle norme che è indotto a compiere il pubblico ufficiale.

Diversamente, in caso di ricorso al prefetto i vantaggi risiedono in primis in una procedura tecnica e rapida, infatti è sufficiente spedire una semplice raccomandata indirizzata direttamente al prefetto a all’ente territoriale che ha emesso la multa. Sono poi previsti tempi massimi di risposta che variano dai 210 ai 180 giorni.

Divieto di sosta non segnalato: posso ricevere la multa?

Il cartello del divieto di sosta lo conoscono tutti, è il cerchio blu con un contorno e una linea obliqua di colore rosso. In assenza di indicazioni tale divieto vale 24 ore su 24 nelle strade urbane e dalle ore 8 alle ore2 20 nelle strade urbane.

La totale assenza del cartello rende illegittima e invalida la multa, infatti il conducente non può sapere che su quello spazio sussiste il suddetto divieto. Quindi, se per assurdo si dovesse ricevere una multa, occorrerà ricorrere al giudice di pace, al prefetto o con istanza in autotutela.

Certamente la strada dell’autotutela è più rapida delle altre, ma si consiglia di preparare il ricorso con l’assistenza di un buon avvocato, in quanto sarà necessario indicare la narrazione dei fatti, le ragioni della contestazione ed eventualmente anche la richiesta di un risarcimento dei danni per le spese che si sono dovute sopportare.

Si pensi, ad esempio, al ricorso contro una cartella esattoriale notificata per il mancato pagamento della multa invalida.

Multa notificata in ritardo

Una delle motivazioni più valide per contestare la multa è proprio il ritardo nella notifica del verbale di contravvenzione. Secondo quanto previsto dalla legge questo verbale deve essere notificato nel termine massimo di 90 giorni dall’infrazione.

Inoltre, questi 90 giorni vanno calcolati a partire dal giorno successivo alla violazione e tengono conto anche dei giorni festivi.

Dunque, se dovesse arrivare una multa dopo 5 mesi dalla violazione della segnaletica stradale, il comune non potrà pretendere in alcun modo il pagamento da parte del conducente, anzi questi può proporre ricorso presso il Giudice di pace, il Prefetto o in casi gravi per vie legali con l’assistenza dell’avvocato.

Multa dopo l’orario del divieto di sosta

Il divieto di sosta una volta superata la fascia oraria di valenza non è più valido, ciò vuol dire che è possibile sostare senza pericolo di ricevere una multa.

Questa contravvenzione se notificata è invalida.

Avvocato: cosa succede dopo il ricorso contro la multa?

Se la contestazione viene fatta davanti al giudice di pace, quest’ultimo potrà:

- accogliere il ricorso con annullamento in tutto o in parte del verbale di contravvenzione;

- rigettare il ricorso, prevedendo in più la condanna al pagamento delle spese di giudizio;

- convalidare la multa e intimare il ricorrente al pagamento della sanzione.

Se invece, la contestazione è fatta davanti al Prefetto, questi potrà:

- accogliere il ricorso ed archiviare gli atti

- rigettare il ricorso e condannare il ricorrente al pagamento della multa e delle spese entro il termine di 30 giorni.

posso impugnare la decisione del giudice o del prefetto?

La risposta è sì, ma in tal caso occorrerà aprire un procedimento in sede civile con l’assistenza legale di un avvocato civilista.

Questa strada viene intrapresa raramente considerato che poi sarà più alto l’ammontare delle spese legali sa sostenere che l’ammontare della multa da pagare.

Cartella esattoriale per multa invalida: avvocato

Immaginiamo di aver ricevuto una cartella esattoriale per il mancato pagamento di una multa non valida, come può essere quella emessa per divieto di sosta in totale assenza di segnaletica.

Se la multa è stata già contestata, con esito favorevole, la cartella esattoriale non dovrebbe proprio partire.

Purtroppo, però, la nullità della cartella non può essere rilevata d’ufficio, ma deve sempre essere contestata su iniziativa dell’interessato, il quale deve impugnarla entro 30 giorni dalla ricezione.

Va ricordato, che per le cause di competenza del Giudice di Pace il cui valore è inferiore ad euro 1.100,00, il cittadino può stare in giudizio anche personalmente, senza l’obbligatoria assistenza di un avvocato, diversamente se il valore è maggiore occorre cercare un consulente legale specializzato in ricorsi contro la pubblica amministrazione e che possibilmente sia anche economico.

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