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Naspi non erogata : consulenza legale


Naspi non erogata : consulenza legale

Che cos’è la Naspi?

La Naspi, Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego, è una indennità mensile di disoccupazione che viene erogata in relazione agli eventi di disoccupazione involontaria, su domanda dell’interessato.

Essa spetta ai lavoratori con rapporto di lavoro subordinato che hanno perso involontariamente il lavoro ed anche agli apprendisti, ai soci lavoratori di cooperative con rapporto di lavoro subordinato con le medesime cooperative, al personale artistico con rapporto di lavoro subordinato ed ai dipendenti a tempo determinato delle pubbliche amministrazioni.

Tale indennità spetta dall’ottavo giorno successivo alla data di cessazione del rapporto di lavoro se la domanda viene presentata entro l’ottavo giorno. Se la domanda viene presentata dopo l’ottavo giorno successivo alla cessazione del rapporto di lavoro, ma entro i termini di legge, la Naspi spetta dal giorno successivo alla presentazione della domanda. L’indennità di disoccupazione spetta dall’ottavo giorno successivo al termine del periodo di maternità, malattia oppure infortunio o malattia professionale, se la domanda viene presentata entro l’ottavo giorno. Se invece la domanda viene presentata dopo l’ottavo giorno, ma entro i termini di legge, spetta dal giorno successivo alla presentazione della domanda.

Nell’ipotesi di licenziamento per giusta causa, la Naspi spetta dal trentottesimo giorno successivo se la domanda viene presentata entro il trentottesimo giorno. Se invece la domanda viene presentata oltre il trentottesimo giorno successivo al licenziamento, ma nei termini di legge, dal giorno successivo alla presentazione della domanda. La domanda dovrà essere presentata all’Inps.

Che cos’è l’Inps?

L’Inps, l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale, è uno degli enti previdenziali più grandi e complessi d’Europa. E’ il principale ente previdenziale del sistema pensionistico pubblico italiano, presso cui devono essere necessariamente iscritti tutti i lavoratori dipendenti pubblici o privati ed anche la maggior parte dei lavoratori autonomi che non hanno una propria cassa previdenziale autonoma. L’Inps è sottoposto alla vigilanza del Ministero del lavoro e delle politiche sociali.

Quali sono i requisiti per avere la Naspi?

Per ottenere la Naspi è necessaria la sussistenza di alcuni requisiti e occorre presentare una regolare domanda. Il soggetto che richiede la Naspi deve essere in stato di disoccupazione e non svolgere altri lavori. Lo stato di disoccupazione deve essere involontario e, per tale ragione, non può ricevere la Naspi il soggetto che si è dimesso. La Naspi è tuttavia conferita anche ai soggetti che hanno effettuato le dimissioni per giusta causa, dimissioni intervenute durante il periodo tutelato di maternità, risoluzione consensuale del rapporto di lavoro, risoluzione consensuale a seguito del rifiuto del lavoratore di trasferirsi presso altra sede dell’azienda distante più di 50 km dalla residenza del lavoratore, nell’ipotesi di licenziamento con accettazione dell’offerta di conciliazione e nell’ipotesi di licenziamento disciplinare.

Ulteriore requisito imposto dalla legge è la presenza di requisiti contributivi.

Il lavoratore deve aver totalizzato 13 settimane di contribuiti nei 4 anni precedenti la disoccupazione e deve aver svolto 30 giorni di lavoro effettivo nei 12 mesi precedenti la disoccupazione.

Per presentare la domanda sarà opportuno rivolgersi ad un avvocato esperto per non incorrere in errori. La domanda dovrà essere presentata entro 68 giorni dall’interruzione del rapporto di lavoro e deve avere il modello sr163 debitamente compilato.

Avvocato cosa fare se l’Inps rigetta la domanda?

L’ordinamento giuridico afferma il principio alla stregua del quale l’Inps ha 90 giorni di tempo per accettare o respingere la domanda. La Naspi può essere quindi rigettata e , in tale ipotesi, il lavoratore potrà rivolgersi ad un avvocato per comprendere come tutelare le proprie pretese. L’avvocato che potrà essere facilmente trovato su questa piattaforma potrà indicare come agire.

L’ordinamento giuridico infatti disciplina in tale ipotesi due differenti tutele. Esse sono la domanda di riesame della pratica oppure il ricorso. Il professionista legale dovrà quindi individuare la tutela più opportuna per il caso concreto.

La domanda di riesame viene presentata quando l’esito negativo da parte dell’Inps dipende dall’omissione di alcuni dati di notevole importanza : assenza di dati o documenti essenziali come buste paga, ecc. Nella domanda dovranno quindi essere allegati tali documenti. La domanda di riesame è sicuramente più rapida. In tale ipotesi la legge non richiede necessariamente l’assistenza di un legale, anche se sicuramente appare opportuna.

Per quanto concerne il ricorso, esso potrà essere presentato nell’ipotesi in cui la domanda Naspi sia stata respinta in quanto carente dei requisiti richiesti. In tale ipotesi il lavoratore potrà presentare ricorso affermando la sussistenza dei requisiti necessari e dimostrare che l’esito negativo della domanda da parte dell’Inps è dipeso da un errore nella verifica dei dati personali e lavorativi oppure dalla presenza di informazioni che non erano state aggiornate.

Quanto costa l’avvocato per una consulenza Naspi?

Il costo dell’avvocato per il riesame o per il ricorso per il mancato riconoscimento della Naspi non è fisso. Esso può infatti subire variazioni in relazione alla concreta attività svolta dal professionista legale.

Per la domanda di riesame, infatti, il costo dell’avvocato potrà essere inferiore all’ipotesi di presentazione del ricorso.

Contattare un avvocato su questa piattaforma per chiedere un preventivo, appare una scelta ragionevole.

Il parere esperto di un professionista legale è di notevole importanza.

Questo portale consente a tutti di contattare gratuitamente e direttamente da casa un avvocato richiedendo tutte le informazioni necessarie concernenti la Naspi, il prezzo della sua parcella ed anche le eventuali spese legali da affrontare.

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