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Rifiuto della cittadinanza italiana: tutti i motivi


Rigetto domanda di cittadinanza: avvocato per ricorso

Spesso gli stranieri che giungono nel nostro Paese non riesco ad ottenere la cittadinanza italiana e ciò determina numerosi inconvenienti in materia di lavoro, di previdenza sociale e sanitaria ecc., considerato che già la procedura è di per sé molto lunga, in quanto i termini di definizione della pratica di cittadinanza sono di 24 mesi estendibili a 36 mesi.

La domanda di cittadinanza italiana può essere rifiutata principalmente per 3 ragioni, ossia:

1. precedenti penali

2. discontinuità di residenza

3. motivi di reddito insufficiente

Ma non solo, ad esempio, se è stata richiesta la cittadinanza italiana per matrimonio, il ministero potrebbe rifiutare tale richiesta laddove ritenga che l’unione religiosa sia solo un matrimonio di comodo, dettato per il raggiungimento di altri scopi.

Vediamo nel dettaglio quali sono i problemi più frequenti e quando è indispensabile chiedere la consulenza legale di un avvocato.

Ricorso contro il rigetto della cittadinanza: avvocato

Nel momento in cui la domanda di cittadinanza sia stata rigettata, c’è ancora un modo per far valere le proprie ragioni e cioè fare ricorso contro il provvedimento di rigetto con l’assistenza di un avvocato esperto in diritto dell’immigrazione.

È essenziale rivolgersi ad un avvocato in quanto egli è l’unico che ha il cosiddetto potere di firma, cioè ha il potere di portare in Tribunale la tua domanda e quindi di ottenere un provvedimento favorevole per ripristinare la cittadinanza italiana.

A tal fine il ricorso scritto dovrà essere presentato al Tribunale Amministrativo, entro 10 giorni dal provvedimento di rigetto.

All’interno del ricorso saranno indicate tutte le motivazioni a favore dello straniero, ad esempio il regolare permesso di soggiorno, la residenza per un periodo di 10 anni o più sul territorio italiano, l’iscrizione all’anagrafe, la sufficienza del reddito ecc. oltre ad eventuali difese contro l’ingiustizia del diniego della cittadinanza.

Potrebbe, infatti, accadere che la domanda sia pervenuta alla Pubblica Amministrazione incompleta o in ritardo a causa di problemi legati all’invio o al deposito.

Rigetto cittadinanza per precedenti penali

Uno dei motivi più frequenti di rigetto della cittadinanza italiana deriva da precedenti penali. In tal caso rilevano senza dubbio i reati seppur minori commessi negli anni precedenti, ma possono causare problemi anche i reati posti in essere dai familiari conviventi.

In circostanze del genere è necessaria la “riabilitazione penale”, da effettuare mediante un ricorso al Tribunale di sorveglianza e così facendo si potrà ottenere la cittadinanza italiana.

È sempre richiesta la presenza di un avvocato penalista, sia per la difficoltà oggettiva in cui si trova lo straniero, sia perché la procedura richiede una assistenza legale.

Discontinuità di residenza: cosa significa?

Il cittadino straniero per avere la cittadinanza italiana deve avere una residenza in Italia per un periodo di almeno 10 anni ininterrotti.

Il solo permesso di soggiorno senza una continuità di iscrizione all’anagrafe è proprio la causa principale di molte domande rigettate. È quindi necessario che il cittadino straniero rinnovi la dichiarazione di dimora abituale.

La dichiarazione di residenza va fatta presso il Comune in cui appunto si risiede, e in genere è lo stesso ente che sollecita lo straniero a presentarsi. Tuttavia, se l’aggiornamento non viene fatto entro i 6 mesi dalla scadenza del permesso di soggiorno, lo straniero viene cancellato dai registri dell’anagrafe e non sarà possibile ottenere la cittadinanza.

Puoi avere la cittadinanza dopo il preavviso di rigetto?

Molti immigrati credono, erroneamente, che una volta ricevuto il preavviso di rigetto, la domanda di cittadinanza non possa più essere proposta.

Non è così, il preavviso di rigetto è solo un provvedimento con cui il Ministero ti avvisa che non potrà accogliere la tua domanda a meno che nel breve termine di 10 giorni non si provveda a fornire elementi utili per cambiare decisione.

Affidarsi immediatamente ad un avvocato specializzato in materia è fondamentale in quanto questi 10 giorni sono essenziali per comprender: le ragioni del diniego e presentare ogni documento utile al Tar per dimostrare che non ci sono motivi per negare la cittadinanza.

Potrebbe anche darsi che il diniego di cittadinanza sia derivato da documentazione incompleta o mancante, o ancora da problemi relativi alla ricezione dei documenti stessi da parte dell’ente competente territorialmente.

Quanto costa fare ricorso al Tribunale

Come ampiamente detto, il ricorso contro il provvedimento di rigetto della cittadinanza va presentato al Tar.

In questo caso, si ha un vero e proprio procedimento davanti ai giudici e ciò comporta spese processuali e legali, quali:

- il versamento del contributo unificato (in genere pari a 43 euro)

- i costi di notifica e deposito atti, (variabili a seconda del numero di documenti, del tribunale di riferimento ecc.)

- eventuali marche da bollo e

- la parcella dell’avvocato, che dipenderà dalla difficoltà del caso. Va detto però che un buon avvocato cercherà di essere comprensivo delle esigenze dello straniero e terrà conto anche della sua condizione economica.

Tutte queste spese saranno pagate dalla parte ricorrente, nel caso specifico dallo straniero che agisce per ottenere la cittadinanza italiana.

In caso di ricorso vittorioso, la controparte, ovvero il Ministero dovrà pagare le spese legali ed eventualmente il risarcimento dei danni se lo straniero ha subito delle conseguenze negative.

Avvocato economico per stranieri

Quando la domanda di cittadinanza viene rigettata ci sono tre cose importanti da fare subito:

1. agire nel breve termine di 10 giorni;

2. cercare un avvocato economico, esperto in diritto dell’immigrazione e che abbia dimestichezza con gli stranieri;

3. preparare tutta la documentazione necessaria (documenti di identità, permesso di soggiorno, dichiarazioni di residenza, fedina penale ecc.).

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