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Avvocato: che cos’è l’assegno unico?


Come si fa domanda per l’assegno unico?

In breve l’assegno unico è una novità introdotta dal governo italiano a partire dal 1 gennaio 2022, al fine di fornire un supporto alle famiglie e in particolare ai genitori per la crescita dei propri figli.

In effetti, questo sussidio economico è attribuito a tutte le famiglie e per ciascun figlio a carico fino al compimento dei 21 anni di età, se non presenta disabilità, mentre è previsto senza limiti di età per i figli disabili.

Si tratta di un grande aiuto che fornisce un respiro alle famiglie in difficoltà economica, dunque occorre conoscere le modalità per presentare correttamente la richiesta presso gli Enti competenti, ovvero INPS oppure Caf e patronati, e anche le tutele legali previste in caso di mancata erogazione dell’assegno.

Perché si chiama assegno “Unico” o “Universale”?

È stato definito assegno unico in quanto esso è previsto a favore di tutte le famiglie, seppur in misura variabile, anche di quelle che abbiano un’ISEE superiore a 40.000 euro.

In più, si tratta di un sussidio economico compatibile con altri aiuti forniti ad esempio dallo stesso Stato o anche da Regione e Provincia, nonché con il Reddito di Cittadinanza.

L’INPS ha inoltre ribadito che l’Assegno è Unico perché:

“Assorbe (dal mese di marzo) le altre misure a sostegno della famiglia, come il bonus premio alla nascita o all'adozione (bonus mamma domani), l'assegno di natalità (bonus bebè), l'assegno al nucleo familiare con almeno tre figli, gli assegni familiari e le detrazioni fiscali per figli fino a 21 anni”.

Come si richiede l’assegno unico

È possibile che l’assegno unico sia richiesto da uno dei due genitori esercenti la responsabilità genitoriale a prescindere dalla convivenza con il figlio beneficiario, direttamente presso una sede dell’INPS o anche mediante il sito ufficiale, o anche chiamando il call center nazionale, oppure tramite CAF o patronati.

In realtà, la domanda può anche essere presentata direttamente:

- dal figlio maggiorenne e in questo caso il sussidio viene erogato direttamente al richiedente;

- da un solo genitore con richiesta di attribuzione nella misura del 100% se esercita esclusivamente la responsabilità genitoriale sul figlio, anche se l’altro genitore potrebbe opporsi;

-  dal tutore o dall’affidatario, in assenza dei genitori, quando ovviamente l’Assegno Unico è riconosciuto nell’interesse esclusivo del ragazzo sotto tutela, o del minore sotto affidamento.

Chi ha diritto all’assegno?

A poter fare richiesta per l’assegno Unico sono:

- tutti i lavoratori dipendenti a prescindere da quale sia la categoria di appartenenza, sia pubblici che privati;

- i lavoratori autonomi;

- i pensionati;

- i disoccupati e gli inoccupati.

È chiaramente necessario, per fare richiesta, avere dei figli a carico che non abbiano compiuto i 21 anni di età oppure che siano disabili, in questo ultimo caso non è prevista alcuna soglia di età.

Per poter presentare la richiesta, inoltre, bisogna essere in possesso della cittadinanza italiana, residenza o domicilio, o permesso di soggiorno, e provvedere al pagamento delle imposte in Italia.

Calcolo assegno Unico

L’importo dell’assegno unico ovviamente non è fisso ma varia in base ad una serie di elementi e in particolare in relazione all’ISEE familiare del figlio beneficiario.

Ci sono delle ipotesi in cui l’importo dell’assegno può essere maggiorato e cioè:

- nucleo familiare numeroso, composto almeno da più di due figli a carico;

- madre che non abbia compiuto i 21 anni di età;

- nuclei familiari con 4 o più figli, non per forza tutti a carico;

Inoltre, è bene sapere che l’assegno unico non è calcolato ai fini dell’imposta IRPEF e soprattutto non viene sommato ad altri aiuti assistenziali percepiti ad esempio da uno dei genitori.

Assegno Unico 2023: novità

La normativa dell’assegno Unico verrà applicata anche all’anno 2023 con 2 importantissime novità:

-  la prima riguarda la modalità di erogazione del bonus, che sarà automatica per chi ha già percepito il sostegno nel 2022;

- la seconda riguarda il calcolo dell’importo, suscettibile di modifiche non solo in base all’ISEE e alla composizione del nucleo familiare, ma anche sulla base dell’inflazione e del caro prezzi che sta fortemente colpendo la nostra società.

È ovvio che, ai fini della corresponsione automatica dell’assegno unico, l’INPS effettuerà tutti i controlli necessari ad esempio in relazione all’età del figlio beneficiario in quanto la soglia resta pure sempre quella dei 21 anni, dell’ISEE familiare, della nascita di nuovi figli con conseguenziale ampliamento del nucleo familiare ecc.

Assegno unico perché non arriva: avvocato economico

In caso di ritardo nella corresponsione dell’assegno unico è in primis utile sapere che l’INPS ha più volte specificato che non c’è una data perentoria entro la quale deve avvenire l’erogazione, che quindi può essere effettuata in differenti giorni del mese.

Il ritardo potrebbe dipendere anche dalla data in cui è stata presentata richiesta e dalla circostanza che le richieste presentate online presso il sito dell’INPS sono tantissime ogni giorno e ciò potrebbe comportare una dilazione dei tempi di erogazione.

Chiarito questo, nel momento in cui la domanda presentata all’INPS viene respinta, è probabile che siano state riscontrate delle anomalie o nella presentazione della domanda, ad esempio perché carente di alcuni requisiti o nelle verifiche successive effettuate stesso dall’INPS circa la composizione del nucleo familiare.

A questo punto, la scelta più saggia sarebbe quella di consultare un avvocato esperto nel diritto di famiglia prima di inviare la domanda all’INPS, proprio per evitare errori nella compilazione e soprattutto per capire se si rientra tra le famiglie che possano richiedere tale sussidio, altrimenti si rischia di presentare un ricorso inutile contro l’INPS, con tutte le spese legali connesse.

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