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Il concetto di Famiglia: consulenza dall’ avvocato


La famiglia è un concetto di carattere sociale prima ancora che giuridico e il diritto può solo regolarne alcuni aspetti, soprattutto per quanto riguarda i profili patrimoniali che ad essa si ricollegano.

Si pensi in particolare all’obbligo alimentare, al diritto successorio, alla comunione dei beni, al rapporto coniugale.

Nel nostro Paese è una materia molto sentita e quando si parla di avvocato del diritto di famiglia ci si riferisce all’esperto matrimonialista, familiarista e divorzista, il quale si occupa di vicende personali e familiari.

Oggi non esiste più una sola famiglia, ma esiste un concetto più ampio di famiglia che ricomprende tutte quelle relazioni personali e patrimoniali intrecciate in una convivenza e la consulenza di un avvocato è necessaria tutte le volte in cui bisogna costruire nuovi legami, creare nuove certezze, per esempio per le adozioni, per le questioni relative alla separazione, al divorzio, per le procedure che riguardano le coppie di fatto e le unioni civili.

A chi devi rivolgerti se tua moglie chiede il divorzio? Chi ha l’obbligo di mantenere i figli? Cosa puoi fare se scopri un tradimento di tuo marito? Come pretendere gli alimenti da tua moglie?

Se hai una di queste domande e cerchi un professionista per tutelare le tue ragioni oppure per conoscere i costi di una consulenza legale e ottenere un preventivo, puoi contattare un avvocato gratis attraverso questo portale. diritto civile famiglia

Le fonti del diritto di famiglia

Dunque, il diritto di famiglia, da ultimo modificato con la riforma del 1975 (Legge 19 maggio 1975 n. 151), è una sezione del diritto privato contenente un insieme di norme di fonte costituzionale, civilistica e speciale (cd. Leggi speciali) le quali regolano i rapporti tra coniugi, figli e parenti.

La Costituzione dedica ben tre articoli alla Famiglia: l’articolo 29 riconosce la famiglia come “società naturale fondata sul matrimonio, ordinato sulle regole di eguaglianza sociale e giuridica tra i coniugi”; l’articolo 30 prevede il diritto e dovere dei genitori di mantenere ed educare i figli, siano essi nati o meno all’interno del matrimonio, mentre l’articolo 31 promuove gli interventi di natura economica e previdenziale che la nostra Repubblica pone in essere per “agevolare la formazione della famiglia e l’adempimento dei relativi compiti”.

L’altra fonte del Diritto di Famiglia è il nostro Codice Civile che dedica alla famiglia l’intero Libro I intitolato, per l’appunto, “Delle persone e della famiglia”. Vi è da precisare che gli articoli attualmente presenti nel nostro Codice Civile hanno un contenuto sostanzialmente diverso da quello originario del 1942. E’ stata infatti abbandonata la vecchia concezione di subordinazione prevista all’interno del nucleo familiare poiché, con la Riforma del Diritto di Famiglia del 1975, è stata sancita l’assoluta parità tra i coniugi, e ai figli naturali è stata riconosciuta la medesima tutela prevista per i figli legittimi.

Nel corso degli anni, poi, il Diritto di Famiglia ha subito ulteriori integrazioni portate da diverse Leggi speciali quali, ad esempio, Legge 431/1967 in materia di adozione, la legge 898/1970 in materia di Divorzio, la legge 121/1985 a modifica del matrimonio concordatario, la legge 54/2006 sull’affidamento condiviso.

La famiglia nella società odierna: avvocato civilista

In ambito giuridico la famiglia trova la sua prima tutela nell’articolo 29 della Costituzione che la riconosce come “società naturale fondata sul matrimonio”, solo in presenza del vincolo matrimoniale si può parlare di famiglia legittima.

Membri della famiglia possono essere:

-  i coniugi, che abbiano o no procreato;

- i figli;

- i parenti, in linea retta, cioè le persone che discendono l’una dall’altra (genitore e figlio – nonno e nipote) o in linea collaterale, cioè le persone che pur non discendendo l’una dall’altra, hanno uno stipite in comune (fratelli e sorelle, i quali hanno in comune il padre e la madre – zio e nipote che hanno in comune il rispettivo padre e nonno);

- gli affini, ovvero i parenti di un coniuge che si legano anche all’altro coniuge per effetto del matrimonio (il cognato, la suocera, la nuora).

Quindi, il nostro ordinamento giuridico tutela sia la famiglia nucleare composta da coniugi e figli, sia la famiglia estesa, la quale comprende anche i parenti e gli affini.

Stato di Famiglia o nucleo familiare? Gli Assegni familiari

Al di là del significato giuridico e affettivo che può avere il concetto di famiglia, è utile conoscere anche altri aspetti che ad essa si ricollegano. Strettamente connessi con la vita familiare sono i concetti di stato di famiglia e nucleo familiare per i quali è quasi strano non fare confusione. Cerchiamo di chiarire quali sono le differenti sfumature.

Lo stato di famiglia è un certificato che rilascia il Comune di residenza in cui compaiono tutti i componenti della famiglia anagrafica, cioè tutte quelle persone conviventi che sono legate da un vincolo matrimoniale, di parentela, di affinità o semplicemente affettivo.

Ad esempio, su uno stesso stato di famiglia possono essere compresi i genitori, i nonni, i figli e il cognato celibe della mamma, l’importante è che tutti vivano sotto lo stesso tetto. Ma l’anomalia, se così vogliamo definirla, consiste nel fatto che lo stato di famiglia può contenere anche una sola persona, se questa attesti di vivere da sola. È evidente che questo certificato non influisce sulla validità giuridica della famiglia stessa, ma ha valore fiscale e viene generalmente richiesto per usufruire di alcune agevolazioni, ad esempio gli assegni familiari.

Il nucleo familiare invece, indica i soggetti fiscalmente a carico della famiglia e può coincidere oppure no con lo stato di famiglia. Tipico esempio è il figlio che vive fuori casa, perché magari frequenta l’università in un’altra città oppure perché sta entrando nel mondo del lavoro, ma che risulta ancora a carico dei genitori. Quindi per fare parte del nucleo familiare non è necessario vivere sotto lo stesso tetto, come al contrario è richiesto per lo stato di famiglia.

Come trovo l’ avvocato per gli assegni familiari?

Se sei una mamma o un papà e hai figli a carico è sempre utile informarsi sulle ultime novità in materia di assegni familiari. Nel 2022 è stato introdotto l’“Assegno Unico Universale figli” ovvero un sostegno economico per le famiglie con figli a carico che viene attribuito a partire dal settimo mese di gravidanza e fino al compimento dei 21 anni.

L’importo varia in base all’ISEE della famiglia e all’età dei figli a carico. Orientativamente per ciascun figlio minorenne sono previsti dai 175 euro a 50 euro al mese, per ciascun figlio maggiorenne fino ai 21 anni dagli 85 euro a 25 euro al mese.

È un aiuto economico che unifica una serie di misure a sostegno delle famiglie ed è universale perché viene attribuito a tutti i nuclei familiari residenti e domiciliati in Italia, a prescindere dalla condizione lavorativa dei genitori (disoccupati, percettori di reddito di cittadinanza, lavoratori dipendenti, lavoratori autonomi e pensionati), e soprattutto non sono previsti limiti di reddito.

Sono poi previste maggiorazioni per famiglie con più di due figli e per famiglie con figli disabili. Si tratta di aspetti legati alla materia tributaria, ma che può essere utile conoscere soprattutto per una famiglia in difficoltà economica. L’avvocato può aiutarti quando hai bisogno di assegni familiari, di detrazioni per conviventi a carico, e attraverso questo sito ti forniamo una scorciatoia per ottenere una consulenza con uno specialista che ti aiuti ad ottenere sostegni economici dallo Stato per i tuoi figli.

Rapporti di parentela: rilievo giuridico

Mentre la famiglia legittima, come detto, ha fonte nel matrimonio, la parentela affonda le radici nell’ascendenza comune a più persone. Ma la parentela ha rilievo giuridico? In linea di massima si può affermare che la parentela è misurata in gradi e non rileva più oltre il sesto grado, ad esempio un parente di sesto grado è il figlio del cugino. Ciò significa che verso questi soggetti non si avranno obblighi di responsabilità, di natura alimentare, di mantenimento ecc.

Diversa è l’affinità, che disegna i rapporti tra un coniuge e i parenti dell’altro, ad esempio il legame tra suocero e nuora, quello tra cognati oppure quello tra suocera e genero. Però l’affinità non si estende ulteriormente, cioè, ad esempio le mogli di due fratelli saranno ognuna cognata con il fratello del proprio marito, ma non saranno cognate tra loro, giuridicamente parlando, anche se nella prassi queste specificazioni vengono meno. L’affinità si estingue per effetto dell’annullamento del matrimonio, ma non in caso di scioglimento per morte del coniuge dal quale deriva il legame affettivo. Si ritiene, inoltre, che permanga anche in caso di separazione o divorzio.

Avvocato per il mantenimento e gli alimenti

La legge riconosce all’interno della famiglia una generica solidarietà in tema di assistenza economica. Quando questa assistenza si estende al di fuori del rapporto di convivenza prende il nome di mantenimento. Per questo è previsto l’obbligo di mantenimento a favore del coniuge separato al quale non sia addebitata la separazione e sempre che non abbia redditi propri.

Al mantenimento ha diritto anche il figlio non riconoscibile, (che oggi è solo il figlio nato da relazioni incestuose in assenza di autorizzazione del giudice al riconoscimento) e questo diritto prescinde dallo stato di bisogno, cioè quello stato che impedisce di provvedere alle più elementari necessità della vita, ad esempio vitto, alloggio, vestiario e cure mediche.

Famiglia di fatto: la convivenza

È innegabile che al giorno d’oggi si siano create forme di convivenza tra persone che prescindono dal vincolo del matrimonio, si pensi alla famiglia di fatto e alle unioni civili.

Sul punto, l’innovazione legislativa si è avuta con la Legge Cirinnà n. 76 del 2016, secondo la quale si ha la cd. famiglia di fatto in tutte le ipotesi di “convivenza tra persone maggiorenni unite stabilmente da legami affettivi di coppia e di reciproca assistenza morale e materiale”, ovviamente tali legami non devono essere vincolati da matrimonio, unione civile o rapporti di parentela.

Ma come si può accertare una convivenza di fatto? L’avvocato civilista può darti una risposta.

Oggi, il mezzo di prova legale è rappresentato da una “Dichiarazione anagrafica”, mediante la quale i conviventi, recandosi al Comune di residenza dovranno dichiarare all’Ufficio Anagrafe di coabitare, essendo la coabitazione un requisito indispensabile che differenzia la famiglia di fatto dalla convivenza more uxorio (convivenza non dichiarata).

I rapporti tra i Conviventi: trova l’avvocato specializzato

In realtà, i rapporti tra i conviventi di fatto, sono disciplinati in maniera molto simile al rapporto coniugale, con l’unica eccezione dell’obbligo di fedeltà. Infatti, trattandosi di una convivenza libera, seppur registrata in caso di dichiarazione anagrafica, non sussistono specifici obblighi, ma comunque rilevano alcuni doveri sociali e morali.

Ad esempio:

  1. il convivente non può chiedere la restituzione delle eventuali attribuzioni patrimoniali effettuate nel corso della convivenza;
  1. il convivente ha diritto al risarcimento del danno (patrimoniale o non) in caso di morte del compagno, provocata da un terzo;
  1. infine, una nuova convivenza intrapresa dal coniuge separato o divorziato può incidere anche sull’assegno di mantenimento o divorzile. 

Inoltre, i “conviventi registrati” hanno la possibilità di stipulare un contratto di convivenza, per regolamentare i rapporti patrimoniali relativi alla loro vita in comune.

A tal fine, sarebbe utile avere un confronto con un avvocato specializzato in materia e valutare al meglio i contenuti da inserire. Attraverso questa piattaforma puoi contattare un avvocato gratis disponibile a fornirti assistenza legale.

Unioni civili: quali sono le novità? Avvocato civilista

Al giorno d’oggi, i conviventi di fatto eterosessuali possono sposarsi tra loro, mentre nei confronti delle persone di stesso sesso il matrimonio sarebbe privo di effetti.

Il nostro Ordinamento, in considerazione dell’evoluzione sociale e nel rispetto delle libertà personali, ha allora creato un istituto di diritto pubblico le cd. Unioni civili per il riconoscimento giuridico della coppia formata da persone maggiorenni del medesimo sesso.

Ma è una differenza terminologica o sostanziale?

Le unioni civili si redigono davanti all’Ufficiale di Stato civile e vengono poi trascritte nell’apposito registro. Il documento deve contenere:

  1. i dati anagrafici delle parti
  2. la scelta del regime patrimoniale, che di base è la comunione legale dei beni proprio come nel matrimonio
  3. l’indicazione della residenza
  4. e deve essere formato alla presenza di due testimoni.

Come nel matrimonio, anche dalle unioni civili discendono gli obblighi di assistenza materiale e morale, e di coabitazione, ma non l’obbligo di fedeltà. Eccezione prevista anche nella convivenza di fatto e per le stesse motivazioni.

Regime patrimoniale nelle Unioni civili

Da un punto di vista economico e fiscale, come detto i conviventi possono optare per la comunione o separazione dei beni e possono godere dello stesso trattamento fiscale delle coppie sposate. Ad esempio: assegno di mantenimento in caso di divorzio, pensione di reversibilità, detrazione per convivente a carico.

La disciplina dello scioglimento è assimilabile a quella del matrimonio, ma con tempi più ristretti, poiché è prevista una dichiarazione all’Ufficiale dello Stato civile e dopo soli tre mesi il divorzio, là dove per il matrimonio è necessario prima lo step della separazione.

La Legge Cirinnà ha esteso alle unioni civili anche la disciplina delle successioni, (quota di legittima, qualità di legittimari, successione legittima) prevedendo la partecipazione all’eredità del congiunto defunto. A titolo esemplificativo si pensi al diritto di abitare nella casa del convivente defunto, al diritto di ottenere il Tfr (Trattamento di fine rapporto) in caso di morte del partner.

È chiaro quindi che in linea di massima c’è una forte vicinanza tra matrimonio, convivenza di fatto e unioni civili, proprio per questo il vero avvocato specializzato in diritto di famiglia è colui che può aiutarti a fare chiarezza nei tuoi rapporti personali e patrimoniali di convivenza. Se hai deciso di sposarti e devi scegliere il regime patrimoniale giusto per te o vuoi conoscere tutti i tuoi diritti in una convivenza di fatto è sempre buona norma avere una consulenza con uno specialista.

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