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Che cos’è il cashback


Avvocato: come funziona il cashback?

Il cashback è uno strumento di invenzione degli Stati Uniti fortemente voluto anche dal legislatore italiano per incentivare gli acquisti online e rendere il nostro sistema economico e sociale più digitale. Ma in realtà bisogna anche dire che sono stati stanziati 4,7 miliardi di euro per dare via a questa procedura con l’obiettivo dello Stato di recuperarne molti di più.

Si tratta di una vera innovazione, che sebbene ormai consolidata nella realtà quotidiana, desta ancora un po’ di sfiducia nei confronti di chi è radicato ai sistemi tradizionali di pagamenti e acquisti.

Da un punto di vista legale possono sorgere problemi in relazione al mancato rimborso da cashback, ovvero l’aspetto principale di tale strumento che spinge i consumatori ad acquistare online. E bene proprio per questo ci sono avvocati specializzati in controversie legate ai metodi di pagamento e al mancato rimborso, per cui si consiglia sempre di richiedere una consulenza legale quando si incorre in problemi del genere.

Come funziona il rimborso da cashback

Il cashback è stato articolato in 4 periodi temporali:

- il primo a Natale 2020, valido dall’8 dicembre 2020 al 31 dicembre 2020

- il secondo dal 1 gennaio 2021 al 30 giugno 2021

- il terzo dal 1 luglio al 31 dicembre 2021

- il quarto dal 1 gennaio 2022 al 30 giugno 2022.

Tuttavia, si ipotizza che anche per l’anno 2023 sarà previsto un ulteriore cashback, per questo è utile conoscerne i vantaggi e le criticità cui ha già dato luogo.

In termini pratici con il cashback è stato possibile ottenere il rimborso del 10% delle somme spese mediante carte di credito o app di pagamento (ad esempio Satispay, sicuramente la più famosa), presso ristoranti, bar, negozi di abbigliamento o di altro genere ecc.

Si sottolinea che tale rimborso avviene ad opera dello Stato e che i soldi restituiti sono esenti dal pagamento delle tasse quindi non vanno dichiarati ai fini del proprio reddito.

Il rimborso annuo complessivo è di 300 euro, a condizione però che siano stati effettuati almeno 50 pagamenti elettronici fino ad un massimo di 150 euro ciascuno. Per ogni pagamento poi è stato previsto un cashback non superiore a 15 euro.

Come chiedere il rimborso da cashback

Il rimborso non avviene in via automatica, ma occorre registrarsi sulle app ufficiali di “Pago Pa e di IO” mediante l’utilizzo del proprio SPID cioè il “sistema pubblico di identità digitale” che accerta l’identità dell’utente. In questo modo ogni pagamento effettuato con sistemi elettronici viene registrato nel proprio account e conteggiato ai fini del cashback.

Ma, la partecipazione al cashback può essere regolarizzata anche mediante l’utilizzo di app di pagamento quali ad esempio Satispay, Yap.

Cosa è escluso dal cashback?

Sono esclusi dal cashback:

- i bonifici diretti su un conto corrente;

- i rids bancari (rapporto interbancario diretto);

- e le operazioni eseguite presso i bancomat, come ad esempio le ricariche telefoniche.

Non rientra nel cashback neppure la spesa a domicilio, ordinata mediante l’utilizzo di app online e offerta da diverse catene di supermercati e neppure l’e-commerce.

Cashback e lotteria degli scontrini: avvocato

Nell’ambito del programma messo a punto dal Governo per incentivare l'uso di carte di credito, carte di debito, bancomat, carte prepagate, carte e app connesse a circuiti di pagamento privativi rientra anche il fenomeno della “Lotteria degli scontrini”.

Si tratta di una sorta di lotteria nazionale, ovvero un concorso a premi gratuito al quale possono partecipare tutti i cittadini residenti in Italia che abbiano compiuto il diciottesimo anno di età.

Per ogni euro di pesa (1 euro) sarà generato un biglietto virtuale fino ad un massimo di mille biglietti virtuali per ogni scontrino. Nel caso in cui l’importo speso sia superiore ad un euro, l’eventuale cifra decimale maggiore di 0,49 centesimi produrrà comunque uno scontrino virtuale.

Mancato rimborso da cashback: avvocato

Non di rado è accaduto che il sistema di rimborso cashback abbia causato dei problemi e non sia stato affatto lineare per gli utenti. Diversi reclami sono stati presentati e molto spesso è stata richiesta la consulenza legale di avvocati esperti nel settore tributario per tutelare i propri diritti.

Il problema è che la procedura di rimborso per cashback prevede che in caso di rimborso non ricevuto è necessario presentare reclamo utilizzando l’apposita procedura, raggiungibile dal Portale Reclami Cashback (reclamicashback.consap.it), previa registrazione.

La Consap è tenuta a fornire un riscontro entro il termine massimo di 30 giorni.

Inoltre, non è stata prevista la possibilità di presentare ricorso giurisdizionale contro la risposta della Consap.

È per questo che nel momento in cui il consumatore volesse far valere il proprio diritto dovrebbe avviare un autonomo giudizio di merito dinanzi ad un giudice di pace o un tribunale, ovviamente con l’assistenza del proprio avvocato di fiducia, valutando in primis l’opportunità di avviare una causa legale considerate le spese da sostenere che potrebbero essere molto più alte rispetto alla somma non ottenuta a titolo di rimborso da cashback.

Per quanto possa essere ingiusto non ottenere il risarcimento dovuto a seguito delle spese effettuate, occorre valutare anche la convenienza o meno di un giudizio e al massimo affidarsi ad un professionista che magari sia anche un avvocato economico, almeno per risparmiare su alcuni fronti.

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