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Bocciatura scolastica: posso fare ricorso?


Bocciatura scolastica: posso fare ricorso?

Durante il lungo percorso scolastico può capitare che si riceva una bocciatura: se lo studente non è diligente nulla da controbattere, ma se il provvedimento è ingiusto e non ci sono ragioni valide per far ripetere un anno di scuola, allora si pone il problema di difendere i propri diritti e nello specifico la preparazione dell’alunno mediante un ricorso.

Presentare ricorso contro una bocciatura scolastica non è molto semplice, difficilmente si tratterà di un fulmine a ciel sereno, nel senso che durante il corso dell’anno è compito dei professori, nonché del dirigente scolastico, tenere informata la famiglia sull’andamento del proprio figlio, quindi se effettivamente c’è uno scarso rendimento e non si ponga rimedio ad esso non si potrà contestare la decisione adottata.

Tutte le volte in cui, invece, non vi sono stati avvisi, oppure lo studente è diligente nello studio o ancora vi sia stato un errore nella valutazione dei voti o altre situazioni di questo tipo, è bene sapere che ci si può opporre e tentare di rendere inefficace la bocciatura.

Quando presentare ricorso per una bocciatura

Il provvedimento con cui si blocca la promozione al successivo anno scolastico deve essere notificato all’alunno e motivato in maniera analitica.

In linea generale, i casi in cui è possibile presentare ricorso alla bocciatura sono i seguenti:

- errore nella valutazione, da intendersi sia come errore di calcolo ai fini della media dei voti sia come scorretta valutazione della preparazione dello studente

- assenza di avvisi da parte della scuola durante il corso dell’anno che determina poca trasparenza nel rapporto con gli alunni

- eventi di discriminazione che denotano pregiudizi nei confronti dello studente basati su differenza di genere, etnie, religione ecc.

- mancata considerazione di gravi circostanze nella vita dell’alunno, ad esempio situazioni familiari problematiche, malattie, incidenti che hanno compromesso un regolare apprendimento

- assenza di un programma didattico in grado di fornire supporto allo studente, ad esempio per recuperare debiti, per approfondire argomenti difficili ecc.

- mancanza di motivazioni all’interno del provvedimento.

Naturalmente, si tratta di casi esemplificativi, in quanto possono esserci anche altre circostanze che potrebbero condurre ad un ricorso. Ecco perché si consiglia sempre di chiedere almeno una consulenza legale ad un avvocato prima di opporsi alla scuola e inasprire ancor di più i rapporti.

Come si presenta il ricorso per la bocciatura?

Prima di avviare la procedura in tribunale è opportuno chiedere un colloquio con i professori e il dirigente scolastico, quanto meno per avere chiarimenti circa la bocciatura ed eventualmente valutare una soluzione extragiudiziale per risolvere la questione.

Qualora ciò non sia possibile si procederà in questo modo:

- in primo luogo, entro 30 giorni dalla notifica del provvedimento di bocciatura, dovrà essere presentato un esposto all’Ufficio Scolastico Regionale, in cui saranno sinteticamente indicati i fatti e il motivo dell’opposizione;

- in secondo luogo, qualora la suddetta strada non sortisca gli effetti voluti, occorrerà procedere con un vero e proprio ricorso, preferibilmente scritto e depositato dal proprio avvocato presso gli uffici del TAR competente (Tribunale Amministrativo Regionale. Tale ricorso dovrà essere depositato entro 60 giorni dalla notifica della bocciatura.

Ma non è finita qui. È possibile che neppure con il ricorso al giudice amministrativo la situazione venga risolta e allora l’ultimo gradino prevede di rivolgersi al Consiglio di stato.

Posso fare causa al docente che ha bocciato?

Nell’ipotesi in cui si ritenga sussistere mala fede nel docente che con le proprie valutazioni ha compromesso la promozione dell’alunno è possibile intentare un’autonoma causa in Tribunale nei suoi confronti, in cui sarà necessario provare il comportamento scorretto del docente anche con la prova testimoniale.

Quanto alle prove scritte, ne forniscono un esempio l’assenza di giudizi motivati, dato che i docenti hanno il dovere di motivare i loro giudizi anche ai fini di un migliore apprendimento dell’alunno, o ancora la dimostrazione di voti oggettivamente non conformi alla preparazione dello studente.

Dipende molto dal singolo caso specifico, ma ad ogni modo l’assistenza di un avvocato è di certo un aiuto in più a maggior ragione se si è nella posizione di chiedere altresì il risarcimento dei danni.

Quando si può chiedere il risarcimento dei danni

Il risarcimento dei danni, generalmente, può essere richiesto quando vi è un nesso di causalità tra un determinato avvenimento e il pregiudizio subito. In materia di bocciatura, è chiaro che il danno arrecato all’alunno è sia patrimoniale che morale:

- patrimoniale perché gli impedisce di proseguire negli studi, e quindi detto in parole semplici lo blocca per un anno in più rispetto al normale percorso scolastico con conseguente ritardo di iniziare a lavorare e rendersi autonomo;

- morale perché è evidente che rimandare un ragazzo preparato e studioso lede la sua persona soprattutto se ciò avviene in tenera età.

La decisione circa l’ammontare spetta al giudice, ma il compito più difficile è affidato all’avvocato il quale dovrà dimostrare con assoluta certezza che il pregiudizio sia dipeso dalla ingiusta bocciatura. È evidente allora l’importanza di affidarsi ad un buon avvocato che abbia familiarità con controversie del genere, che sia vicino ai giovani e al contempo anche un avvocato economico.

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