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Cosa si intende per violenza domestica: Avvocato


Avvocato per violenza domestica

Il reato di violenza domestica non è direttamente disciplinato nel codice penale, ma ci sono una serie di comportamenti che si avvicinano molto a questo tipo di lesione personale.

Ad ogni modo, quando si parla di maltrattamenti familiari ci si riferisce ad abusi continuati nel tempo, e non accaduti una singola volta, da parte di un componente del nucleo familiare verso un altro.

È importantissimo sottolineare che vittime di questi maltrattamenti non sono solo donne e bambini, ma anche gli uomini e nella maggior parte dei casi oltre a presentarsi nelle forme di violenza fisica implicano anche una violenza psicologica che lede la personalità dell’offeso nel tempo.

Il primo consiglio in assoluto è quello di trovare la forza di cercare aiuto per uscire dalla violenza, rivolgendosi a specifiche associazioni anti violenza, o direttamente a consulenti legali esperti nel settore.

Come riconoscere la violenza domestica

Come già anticipato, il reato di violenza domestica può presentarsi in diverse forme:

1. Fisica, mediante percosse, violenze sessuali o qualunque altro tipo di abuso fisico;

2. Psicologica, con minacce, ingiurie, diffamazioni; continui insulti che ledono l’autostima dell’offeso e la sua personalità;

3. Economica, che in realtà rientra sempre nell’ambito della violenza psicologica perché vengono utilizzate le risorse economiche come arma per far sentire il partner in difetto, oppure il colpevole priva di risorse finanziare la vittima, o le impedisce di lavorare per tenerla alle sue dipendenze.

Da sottolineare, ancora una volta, che questi abusi devono ripetersi nel tempo, anche se diversi tra di loro perché il singolo caso non può integrare un reato di maltrattamenti familiari, essendo di per sé un reato che richiede continuità nel tempo.

Ovviamente è sempre consigliabile rivolgersi ad un professionista legale per analizzare il proprio caso specifico e valutare i singoli comportamenti di cui si è stati vittima al fine di preparare una strategia difensiva ad hoc e individuare la precisa punizione da irrogare.

Tutela legale contro maltrattamenti in famiglia

Ipotizziamo che un coniuge denunci l’altro di essere stato maltrattato attraverso violenze fisiche e psicologiche: come difendersi?

Si tratta di un reato procedibile d’ufficio nei casi più gravi, o, naturalmente, a seguito di querela, mediante la quale la vittima decide volontariamente di denunciare l’accaduto alle pubbliche autorità, da sola o con l’aiuto di un avvocato.

La pena per chi commette un reato di maltrattamento familiare o violenza domestica consiste nella reclusione da 2 a 6 anni, con possibile aggravante e conseguente aumento del tempo se ci sono lesioni gravi. Se poi dalle violenze deriva la morte della vittima allora la reclusione va da 12 a 24 anni.

Cosa succede dopo una denuncia per maltrattamenti familiari

Dopo essere stata presentata alle forze dell’ordine, la denuncia o querela per maltrattamenti familiari viene trasmessa al Pubblico Ministero e dunque conviene che sia corredata da quante più prove possibili.

Tali prove potranno essere fornite dall’avvocato difensore, dalle Forze dell’Ordine o dalla vittima stessa che dovrà tenere traccia dei messaggi, delle chiamate, o di eventuali referti medici attestanti le violenze fisiche subite e così via.

Successivamente, alla denuncia viene attribuito un numero e assegnata ad un Pubblico Ministero. In genere presso le Procure ci sono delle sezioni specifiche per i singoli reati di violenze.

Il primo vantaggio in assoluto è che potrà essere richiesta ed applicata una misura cautelare a carico del presunto colpevole, laddove vi fossero prove sufficienti, e fornire così protezione immediata alla vittima. Si pensi ad esempio al divieto di avvicinamento, al divieto di effettuare telefonate, all’allontanamento dalla casa familiare ecc.

In questa fase è cruciale l’assistenza dell’avvocato, sia come supporto psicologico alla vittima sia per curare gli aspetti tecnici e formali della denuncia, cercando di accorciare i tempi e di garantire alla vittima protezione.

False dichiarazioni di violenza domestica: Avvocato penale

Prima di tutto è bene precisare che questi casi di violenza spesso sono veri e meritano di essere puniti in maniera severa e rigorosa, ma altre volte i litigi tra le mura domestiche vengono enfatizzati al fine di ottenere un risarcimento economico, l’affidamento dei figli o solo per vendicarsi dopo aver subito un tradimento.

Prima cosa fondamentale da sapere è che le dichiarazioni della persona offesa, rese al giudice, vengono ritenute in via presuntiva vere, a condizione che siano logicamente coordinate e credibili, naturalmente. Ciò significa che l’accusato potrebbe essere spacciato.

Dunque, un buon avvocato costruirà una strategia difensiva basata due pilastri essenziali:

1. la reciprocità delle azioni, cioè dimostrando che laddove vi fossero stati dei maltrattamenti, delle percosse ecc., questi siano avvenuti reciprocamente tra le due persone. Ad esempio la moglie accusa il marito di averla scaraventata a terra e di riflesso il marito dichiara al giudice di essere stato costretto ad allontanare la moglie perché armata di coltello;

2. la contestazione del reato, in quanto trattandosi di reato abituale, è necessario che tali condotte lesive si ripetano nel tempo, altrimenti ricadono in una diversa tipologia di reato, ad esempio percosse, lesioni, minaccia ecc.

I dati sulla violenza domestica

Purtroppo casi di violenza di genere e domestica sono ancora molto frequenti. Sì, perché nella maggior parte dei casi i maltrattamenti partono proprio dall'ambiente familiare e anche la pandemia Covid-19 ha confermato questo trend peggiorando le statistiche.

La quarantena e l'obbligo di restare in casa hanno fatto degenerare situazioni critiche, alimentando ancora di più comportamenti violenti nei rapporti familiari. La crisi economica conseguente al virus non ha aiutato: mariti o padri violenti hanno "sfogato" sulla famiglia le preoccupazioni per il mancato pagamento dello stipendio o per la chiusura forzata delle attività.

Nessuna di queste motivazioni può o deve giustificare la violenza ma purtroppo i numeri ci insegnano che sono spesso situazioni tristemente correlate. Come più volte ribadito, non solo percosse, ma anche la violenza psicologica può costituire reato.

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Ci sono due sentimenti che spesso impediscono alle donne che subiscono violenza di denunciare il colpevole, soprattutto se costui vive sotto il suo stesso tetto: vergogna e paura. Ma dalla violenza non si esce mai da sole e chiedere aiuto è il primo grande passo per mettere fine a tutti i maltrattamenti subiti.

Purtroppo quando si manifesta una di queste due reazioni, ci si sente bloccate e si rinuncia a chiedere assistenza legale ad un avvocato penalista fino a che non diventa tragicamente troppo tardi.

In questo senso, disporre di canali telematici per trovare l'avvocato online può essere di ulteriore aiuto. Da un lato anche chi ha difficoltà a spostarsi da casa può chiedere un parere legale o contattare un avvocato a distanza. Dall'altro questo canale di ricerca telematica aiuta ad abbattere una barriera dovuta alla vergogna o alla diffidenza. Lo schermo, in un certo senso, dà maggiore coraggio nella prima fase di contatto, per conoscere gli strumenti a propria disposizione.

Patrocinio gratuito per violenza domestica

Uno dei problemi maggiori per le vittime di violenza domestica è rappresentato dalla mancanza di disponibilità economica per affrontare un processo penale e pagare la parcella dell’avvocato penalista.

E bene, la legge italiana prevede un importante aiuto al riguardo, stilando un elenco di reati per i quali le vittime possono chiedere gratuitamente assistenza legale a prescindere dalle loro condizioni economiche.

Il gratuito patrocinio è assicurato a tutti i soggetti, sia i presunti colpevoli sia le persone offese, che si trovino in difficoltà economiche, sicché il pagamento della parcella dell’avvocato avverrà a spese dello Stato.

Va da sé che per ottenere questo beneficio è necessaria una specifica richiesta sottoposta poi al vaglio del Magistrato, ma che nella stragrande maggioranza dei casi viene accettata, considerando la delicatezza degli interessi da tutelare.

Questa richiesta, presentata nelle forme di un’istanza da parte del proprio avvocato di fiducia, deve essere sottoscritta dalla persona offesa e presentata al giudice competente.

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