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Problemi legali in classe: Avvocato


Avvocato Scuola: difesa insegnanti e studenti

La scuola è ricominciata da poco e se gli studenti sono alle prese con compiti e lezioni, uno dei problemi emergenti per gli insegnanti è proprio quello di difendersi da comportamenti degli alunni che, in alcuni casi, sfociano nel penale.

La tecnologia è sempre più presente nelle classi, basti pensare che già alle elementari i bambini utilizzano cellulari, tablet, pc ecc., e ancor di più dopo la pandemia Covid-19 che ha inserito nel mondo scolastico la cd. DaD “Didattica a Distanza”. Ma non sempre l’evoluzione tecnologica è utilizzata in modo proprio, e il confine tra lecito e illegale è labile. 

Come possono difendersi gli insegnanti? Quando si parla di bullismo e quando di reato?

Insegnanti e studenti: serve un avvocato a scuola?

Il problema non è marginale, soprattutto in alcune zone più critiche. Tanto che esiste anche una proposta di legge per una maggiore tutela degli insegnanti di cui è firmataria l’avvocato Maria Giovanna Musone, docente di Diritto presso l’I.t.c. “Levi” di Torino.

L’idea è quella di abbassare a12 anni l’età da cui parte l’imputabilità dei minori colpevoli di aggressioni e di atti di violenza.

Onere dei genitori e degli insegnanti è quello di denunciare prontamente l’accaduto, cosa che statisticamente non sempre accade. Il docente in qualità di pubblico ufficiale è tenuto a denunciare, anche per evitare la reiterazione della condotta da parte dell’alunno, nonché per dare il buon esempio all’educazione della classe.

Oltre alla denuncia dell’interessato parte lesa, occorre una presa di posizione da parte della scuola nel momento in cui il dirigente dell’istituto è certo della condotta scorretta. L’argomento è tornato purtroppo prepotentemente di attualità dopo il recente caso della professoressa disabile derisa in classe.

Tutela degli insegnanti

Secondo le opinioni prevalenti, la figura del docente è da assimilare a quella di pubblico ufficiale, perché svolge una serie di attività che non si riducono al solo insegnamento. Nello specifico la Corte di Cassazione, in una sentenza del 2014, ha precisato che “esiste la qualità di pubblico ufficiale per l’insegnante di scuola media nell’esercizio delle sue funzioni non circoscritto alla tenuta delle lezioni, ma esteso alle connesse attività preparatorie, contestuali e successive, ivi compresi gli incontri dei genitori degli allievi”.

Il problema reale ed attuale circa la tutela degli insegnanti è che nel tempo la scuola ha perso il suo prestigio sociale, e sempre più spesso genitori ed alunni si sentono quasi autorizzati ad offendere gli insegnanti non preoccupandosi di una denuncia, che nella pratica quasi mai avviene.

Bisognerebbe, invece, ricordare che ciascun docente svolge un compito delicatissimo ed essenziale nella crescita dei bambini e che in verità è d’aiuto anche per i genitori nell’educazione dei figli. Proprio per questo la legge non è insensibile alla tutela degli insegnanti e ci sono avvocati specializzati in diritto scolastico che si occupano di contestare comportamenti scorretti e lesivi della personalità degli insegnanti.

Quando c’è bullismo contro i docenti?

È sbagliato sottovalutare l’ipotesi dell’alunno che fa il bullo nei confronti dell’insegnante, proprio perché come già sottolineato il docente è un pubblico ufficiale e in quanto tale i reati commessi nei suoi confronti assumono una sfumatura diversa.

Fare il bullo può significare tante cose:

- umiliare l’insegnante con offese personali e professionali;

- ridicolizzare il docente, ledendo la sua dignità personale;

- stracciare il registro di classe per evitare che gli vengano scritte delle note disciplinari;

- maltrattare i compagni di classe;

- molestare anche solo verbalmente l’insegnate ecc.

Ad ogni modo l’alunno che si comporta da bullo risponde anche di altri reati, quali ad esempio la violenza e l’oltraggio ad un pubblico ufficiale. In questi casi la pena prevista è la reclusione fino a 5 anni.

Perché è importante punire i ragazzi

A volte i docenti provano a coprire comportamenti scorretti, parole fuori posto, atteggiamenti poco educati ecc., per vergogna o per cercare di proteggere i ragazzi coinvolti ma, non capiscono che così facendo non fanno il bene dei ragazzi, che in questo modo entrano in confusione.

Il perdono è giustificato e insegna, ma solo quando si tratta di episodi sporadici e non gravi, non anche quando si tratta di reati.

In questi casi possiamo pensare a un perdono educativo, ma quando c’è aggressione il reato va denunciato. Solo così il ragazzo capisce che ha fatto una sciocchezza e che deve stare attento quando agisce e quando parla.

Un alunno minorenne può essere denunciato?

Anche per il minore va valutata la sua pericolosità sociale da parte di giudici competenti che nello specifico costituiscono il Tribunale per Minori. Analizzando il caso specifico, le modalità in cui si è verificata la vicenda, gli atteggiamenti del ragazzino ecc., si riesce a capire se si sia trattato di un episodio sporadico o se il comportamento possa recidivare un giorno, con altre persone e con altre modalità. La proposta di legge non ha trovato parere favorevole tra molti psicologi infantili ed educatori, ma la professoressa e avvocato Musone invita a considerare la questione da un punto di vista prettamente giuridico e non pedagogico.

Il rischio maggiore è quello di lasciar agire nell’anonimato una persona che magari tra i banchi di scuola si limita ad essere un piccolo teppista, ma crescendo potrebbe diventare un criminale a tutti gli effetti.

Continua l’avvocato Musone “il docente dovrebbe capire che la persona che lo ha aggredito potrebbe essere una persona socialmente pericolosa, anche in futuro. Omettendo la denuncia in realtà non sta facendo il bene della collettività che potrebbe finire nelle grinfie di persone poco raccomandabili e la cui pericolosità non è giudicata dall’insegnante con la propria denuncia, ma dalla magistratura con un vero processo”.

Tutela degli studenti

Quando si parla di rapporti tra insegnanti e alunni è giusto guardare l’ambiente scolastico da entrambi i punti di vista. Vittime del sistema possono essere tanto i docenti quanto i ragazzi.

Ci sono, infatti, una serie di diritti che gli studenti hanno, e che devono essere difesi:

- la libertà di pensiero, parola ed espressione a tutti i livelli;

- il diritto all'ascolto delle sue opinioni o proposte, a prendere delle decisioni responsabili;

- la partecipazione attiva alla vita della scuola, nel rispetto della libertà di tutti;

- avere un apporto collaborativo e propositivo con gli insegnanti;

- il diritto ad avere insegnanti qualificati e preparati nelle loro materie di insegnamento;

- il diritto a conoscere in anticipo i criteri di valutazione di ogni docente, e che questi criteri siano trasparenti.

La scuola è parte integrante della vita degli studenti almeno fino ai 16 anni, per chi decide di non continuarla, e in quanto tale deve essere un luogo di crescita e formazione. Non di rado i genitori degli alunni si rivolgono agli avvocati per scrivere lettere di diffida legale contro la scuola, o direttamente agli insegnanti quando questi tengano comportamenti scorretti verso i ragazzi.

Ricorsi contro bocciature

Inutile negare che spesso i criteri di valutazione dei docenti non sono limpidi e chiari come dovrebbero e ciò dà luogo ad ingiustizie negli esiti finali che nella peggiore delle ipotesi sfociano in bocciature.

Perdere un anno non è cosa da poco perché rallenta la formazione degli studenti, se la bocciatura non è giustificata. È possibile in questi casi presentare ricorso con l’assistenza del proprio avvocato di fiducia presso il Tribunale Amministrativo Regionale, entro specifici termini previsti dalla legge.  

Se oltre a ciò si vuole denunciare anche la condotta discriminatoria del docente e chiedere al contempo il risarcimento dei danni è possibile presentare ricorso anche presso il Tribunale ordinario.

Comportamenti discriminatori in classe: come difendersi?

Tra i diritti fondamentali degli studenti c’è proprio quello di veder rispettate le proprie scelte culturali, religiose, nonché sessuali.

Quando questa libertà viene messa a repentaglio da comportamenti discriminatori, il bene giuridico leso è proprio la dignità dell’essere umano, lesione che negli ambienti scolastici è sicuramente amplificata stante la tenera età dei ragazzi e la considerazione delle aule come luogo di istruzione ed educazione degli studenti.

Se si subisce una discriminazione, è possibile rivolgersi al Tribunale civile, con un rito speciale e un onere della prova semplificato, al fine di ottenere la cessazione della condotta discriminatoria e il risarcimento del danno.

Se si opta per questa strada, sarà necessaria l’assistenza di un avvocato qualificato in giudizio.

Avvocato per i rapporti a scuola

Fare l’avvocato non vuol dire solo avere a che fare con criminali, con debitori, con evasori fiscali o con fallimenti di società. Essere avvocato a volte significa anche interpretare le situazioni e fare da consulente umano più che legale, al fine di trovare una giusta inclinazione della situazione e risolverla anche in sede extra giudiziale, cioè senza instaurare un processo in Tribunale.

Cercare un avvocato disposto a investire il proprio tempo per migliorare i rapporti tra insegnanti ed alunni non è semplice, ma a volte diventa necessario quando i contrasti sono gravi e sfociano addirittura nel penale. Si pensi ad esempio a molestie avvenute in aula da parte di docenti verso bambini, o ad episodi di bullismo posti in essere da liceali nei confronti di insegnanti.

In questi casi a prescindere dall’ambiente scolastico, questi comportamenti vanno puniti perché implicano la commissione di reati, a volte aggravati dalla presenza di minori. Quando si è genitori è sbagliato sottovalutare i racconti dei bambini che tornano da scuola e quando si ravvisano delle anomalie il primo consiglio utile è quello di indagare personalmente, ma anche con l’aiuto di un avvocato esperto del settore in modo da bloccare sul nascere situazioni problematiche.

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