Trova Online l’Avvocato
che stai cercando

Gratis e Senza Impegno.
Fissa un appuntamento con l'Avvocato

Casa familiare: cosa si intende


Casa familiare: chi paga l'affitto?

La casa familiare è quella in cui si svolge la vita della famiglia appunto, il tetto sotto cui crescono i figli. Nelle cause di divorzio tendenzialmente viene per questo motivo assegnata al genitore collocatario, ovvero colui che ottiene l’affidamento dei figli, tranne nel caso di eventuali accordi diversi tra ex coniugi.

Ma che cosa succede se il nucleo familiare prima del divorzio viveva in affitto? Chi deve pagare il canone di locazione? Su questo punto è intervenuta di recente la Corte di Cassazione, con ordinanza del 22 giugno 2020, n. 12058.

I fatti: Cassazione 2020

Nella causa di divorzio il tribunale dapprima ha fissato l'importo dell'assegno di mantenimento per le figlie della coppia, oltre a quello per la ex moglie. Tra gli obblighi del marito, però, anche il pagamento del canone di locazione per la casa familiare, essendo costui quello con maggiori disponibilità economiche. Quest'ultima voce è stata classificata come integrazione del mantenimento delle figlie.

La Corte di Appello aveva confermato tutto, tranne l'assegno di divorzio a favore della moglie. L'uomo fa appello in Cassazione perché ritiene di non dover pagare l'affitto della casa in cui vive l'ex moglie (posto l'aumento di reddito di quest'ultima). Nel mentre la donna reclama il diritto all'assegno divorzile ribadendo che lo stipendio del marito corrispondesse al triplo delle sue entrate mensili.

Criteri di calcolo dell'assegno di divorzio

Questo caso risulta quindi importante anche per ribadire in che modo viene quantificato l'assegno di divorzio. Quest'ultimo ha funzione:

  • Assistenziale,
  • Compensativa e perequativa.

Pur mirando anche ad un livellamento del reddito degli ex coniugi, l'assegno non ha lo scopo di garantire il tenore di vita goduto in costanza di matrimonio. Funzione dell'assegno di divorzio, secondo le più recenti disposizioni, è:

“Il riconoscimento del ruolo e del contributo fornito dall'ex coniuge economicamente più debole alla formazione del patrimonio della famiglia e di quello personale degli ex coniugi".

Presupposti per assegnazione della casa familiare

L’assegnazione della casa familiare avviene mediante decreto del Tribunale, ma devono ricorrere determinati presupposti, considerando l’importanza degli interessi in gioco.

Si richiede infatti:

- che sussistano figli minori oppure maggiorenni non economicamente autosufficienti;

- che il collocamento dei figli avvenga a favore di uno dei genitori al quale appunto sarà assegnata la casa familiare;

- che la casa di cui si richiede l’assegnazione sia effettivamente quella occupata dalla famiglia prima del provvedimento di divorzio.

È evidente che questi presupposti mirano a garantire la corretta assegnazione della casa familiare per tutelare la crescita serena dei figli all’interno del precedente nucleo abitativo, per evitare traumi dati da traslochi, cambio abitudini, trasferimenti in altre città ecc.

Quale casa viene assegnata?

La legge prevede l’assegnazione della casa in cui si è concretizzata la vita di famiglia e dunque dove è venuto a crearsi uno stabile nucleo familiare.

Ciò vuol dire che se si è proprietari di case vacanze o seconde case utilizzate solo per spostamenti di lavoro, queste non potranno mai essere considerate dal giudice come dimora abituale e di riflesso non potranno essere assegnate come case familiari.

L’assegnazione ha lo scopo di non interrompere le abitudini della famiglia, soprattutto per garantire serenità ai figli che subiscono già un turbamento legato alla separazione dei genitori.

Quindi, l’unica casa che può essere oggetto di assegnazione è quella che testimonia una stabile convivenza della famiglia prima della sentenza di divorzio.

Quando si perde la casa familiare

La legge attribuisce il godimento della casa familiare tenendo conto prioritariamente dell’interesse dei figli, di conseguenza la disponibilità della stessa termina quando il genitore assegnatario:

- cessi di abitarla

- contragga nuove nozze o conviva more uxorio con un altro soggetto.

Il problema, di non chiara soluzione sorge quando l’assegnazione viene meno ma ci sono ancora figli in tenera età in quanto la normativa non è molto precisa al riguardo. Spesso infatti le leggi sono ambigue e necessitano di un’interpretazione esperta che sono un buon avvocato è in grado di fare. 

Può essere pignorata la casa familiare?

Per rispondere a questa domanda occorre preliminarmente dire che il provvedimento di assegnazione della casa familiare deve essere trascritto nei Registri immobiliari, così come il provvedimento di pignoramento.

Chiarito questo, la legge prevede un principio secondo cui “chi prima trascrive prevale”, e cioè se viene trascritto prima il pignoramento, allora il vincolo di abitazione gravante sulla casa familiare non può essere opposto al creditore. Quindi, l’immobile può essere venduto libero da qualunque vincolo.

Al contrario, se viene trascritto prima il provvedimento di assegnazione della casa familiare, il pignoramento può essere certamente iscritto, ma non può pregiudicare i diritti del coniuge assegnatario. Ciò significa che anche se l’immobile fosse venduto, il vincolo abitativo a favore del coniuge assegnatario e dei figli permane e non può essere eliminato.

Casa familiare in affitto

Cosa succede se la casa familiare non è di proprietà, ma in affitto?

In realtà, valgono le stesse regole e soprattutto gli stessi presupposti indicati nel paragrafo precedente, con la specificazione che il contratto di affitto deve proseguire con il genitore affidatario dei figli, mentre l’altro genitore è tenuto a versare un mantenimento proporzionato alle sue capacità e alle esigenze dell’ex.

Quindi, seppur il canone di affitto resta a carico di chi abita la casa, il giudice nel quantificare l’assegno di mantenimento dovrà tenere conto di questa voce ed eventualmente ricalcolarlo in considerazione della spesa aggiunta in capo al coniuge affidatario.

Si tratta di provvedimenti non automatici, nel senso che devono essere richiesti al Tribunale, necessitano quindi di una serie di adempimenti formali e burocratici, nonché del rispetto di limiti temporali. Proprio per questo, la consulenza legale di un buon avvocato è fondamentale come non mai: quando ci sono figli di mezzo non è giusto che questi paghino i postumi delle rotture tra i genitori.

Chi paga l'affitto della casa familiare

La recente vicenda della Cassazione del 2020, sopra esposta, ci aiuta a chiarire un principio importante: il giudice della separazione e del divorzio può imporre al coniuge con maggiori risorse economiche, ad integrazione del contributo in favore dei figli, l'onere del pagamento del canone di locazione dell'immobile utilizzato come casa familiare. Ciò vale anche nell'ipotesi in cui il bene sia assegnato alla moglie, in quanto collocataria dei figli, e a prescindere dalla persona a cui sia effettivamente intestato il contratto di locazione.

Come si può intuire, questo caso conferma che ogni causa di divorzio presenta la sue peculiarità, nessuna è identica all'altra e la ricerca di uno studio legale specializzato in divorzi diventa essenziale se si vogliono ottenere chiarimenti riguardo le proprie problematiche.

Se stai cercando l’assistenza di un avvocato divorzista, online puoi ottenere una consulenza legale e un preventivo gratuito in poche ore attraverso questo portale!

Avvocato economico per tutela casa familiare

Come più volte ribadito, l’assegnazione della casa familiare tiene in considerazione primariamente l’interesse dei figli ed è per questo che nella stragrande maggioranza dei casi viene assegnata al coniuge affidatario.

È evidente che il genitore al quale non spetterà l’assegnazione della casa dovrà trovarsi una nuova abitazione e affrontare spese ulteriori, ma l’avvocato di famiglia potrebbe sempre tentare un compromesso tra gli ex coniugi senza ledere l’interesse dei figli ai quali bisogna in ogni caso garantire un ambiente sereno e stabile.

Le questioni familiari sono sempre molto complesse e per risolverle occorre affidarsi ad un professionista del diritto di famiglia che abbia esperienza in materia e che si mostri soprattutto disponibile ad ascoltare i bisogni dei propri clienti. Magari con un po’ di fortuna è possibile trovare anche un avvocato economico, per ammortizzare almeno su un versante le spese da sostenere, ma che sia al contempo preparato giuridicamente.

Ad ogni modo, il cliente ha sempre diritto di chiedere un preventivo scritto, prima di conferire definitivamente l’incarico all’avvocato, è una questione di trasparenza rendere noti i costi legali e processuali e anche di correttezza da parte del consulente legale.

CONTATTA GRATIS L'AVVOCATO SPECIALIZZATO IN QUESTA MATERIA

Potrebbe interessarti:

Le informazioni riportate in questo articolo sono a carattere generico e non possono essere considerate documenti ufficiali, così come non possono in alcun modo sostituire il parere di un professionista. Per gli stessi motivi Easy Web Project Srl non risponde in alcun modo della correttezza di quanto riportato, così come dell’aggiornamento dei contenuti, in quanto argomenti suscettibili di modifiche nel tempo. EWP invita pertanto gli utenti a consultare direttamente un avvocato per avere informazioni aggiornate, certe e conformi al proprio caso specifico.

richiesta all'avvocato