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Avvocato per donazione: vantaggi e svantaggi


Donazione: si può contestare dopo la morte del donante?

La donazione è uno degli atti di trasferimento della proprietà più insidiosi. Può essere vantaggioso per i costi ridotti e per una procedura più snella ma apre il campo a scenari giuridicamente problematici.

Nella maggior parte dei casi, infatti, gli avvocati si occupano di analizzare aspetti formali e sostanziali delle donazioni, al fine di verificare la sussistenza degli elementi essenziali richiesti dalla legge per la loro validità e l’eventualità di proporre azioni processuali volte alla declaratoria di nullità, all’annullamento delle donazioni perché contaminate da vizi, alla riduzione della loro consistenza per lesione della quota spettante agli eredi ecc.

Quindi, seppur sia piacevole ricevere una donazione, bisogna fare attenzione alle conseguenze perché spesso potrebbero gettare nel vuoto i diritti acquistati.

Cos'è la donazione

Con la donazione una parte, per puro spirito di liberalità e quindi gratuitamente, trasferisce ad un'altra un proprio diritto, ad esempio la proprietà di una casa, di un terreno, le quote di partecipazione in una società, una quantità di denaro ecc. In parole semplici: un regalo.

I problemi con la donazione riguardano soprattutto il rapporto con l'eredità. Con questo trasferimento infatti si incide anche sul patrimonio del de cuius. In sostanza con la donazione chi dona anticipa la successione.

Molti credono ingenuamente che dei propri beni si possa sempre e comunque disporre come meglio si crede, e per certi versi è così, ma la legge tutela anche i diritti degli eredi. La cd. "quota di legittima" è la porzione di cespite ereditario che spetta agli eredi legittimari, e che gode di una forte protezione da parte della legge. Nessuno può impedirlo, neppure una diversa volontà del soggetto che fa testamento.

Chi può donare?

In linea di massimo può donare chiunque abbia la capacità di agire, ovvero chi ha compiuto la maggiore età che in Italia è fissata negli anni 18.

È ancora controverso se possano donare le persone giuridiche, perché si teme che ciò sia in conflitto con il loro eventuale scopo di lucro.

Avvocato: bisogna accettare la donazione?

Essendo la donazione un contratto, è necessario che per il suo perfezionamento via sia una espressa accettazione da parte del donatario, ovvero della persona che riceve.

Questa accettazione può avvenire o contestualmente all’atto di donazione oppure in un momento successivo con un atto separato che deve rispettare tutte le rigide formalità previste per la donazione, quali la forma di atto pubblico, la presenza di testimoni ecc.

Donazioni e lesione della legittima

La questione è molto tecnica perché richiede conoscenza sulle norme della donazione e della successione. Vediamo chi sono gli eredi legittimari e quale porzione di eredità spetta loro:    

  •  Al coniuge è riservata la metà del patrimonio del defunto;
  • Ai figli (o eventualmente ai loro discendenti), sono riservati, a seconda che essi siano uno o più, 1/2 o 2/3 del patrimonio;
  • In mancanza di figli, un 1/3 dell’eredità è riservata agli ascendenti, ovvero i genitori del defunto. Quota che viene ridotta ad 1 quarto se gli ascendenti concorrono con il coniuge.

Se il testamento lede queste percentuali, gli eredi possono impugnarlo. Ma non solo: è possibile anche impugnare atti di donazione fatti in vita. Lo strumento fornito è l'azione di riduzione e c'è un termine di dieci anni dalla successione per esercitarla. La materia però è complessa e prevede discipline ad hoc. Ad esempio in caso di donazione immobiliare chi compra non sapendo dell'eredità è tutelato? Per questo e altri dubbi in materia, la cosa migliore è contattare un avvocato specializzato in successioni e chiedere un parere legale in merito alla lesione della quota di legittima.

Cosa succede dopo la morte del donante?

Come già anticipato, gli eredi possono impugnare le donazioni fatte in vita dal donante mediante un’azione di riduzione che potrà essere esperita solo se la donazione fatta in vita abbia determinato una lesione della quota ereditaria loro spettante.

Mediante questa azione che di regola può essere effettuata entro 10 anni dall’apertura della successione, gli eredi mirano a recuperare ciò che è uscito dal patrimonio del donante, e quindi chi viene attaccato è effettivamente colui che ha ricevuto la donazione.

Il problema maggiore sorge quando il donatario ha già venduto il bene ricevuto con la donazione prima che gli eredi agiscano con azione di riduzione, perché in questo caso ad essere danneggiato sarà il terzo acquirente dato che gli eredi potrebbero agire anche contro di lui.

Si tratta di situazioni molto complesse, che richiedono necessariamente la consulenza legale di un avvocato specializzato, considerate le tante varianti da tenere in conto e gli interessi da tutelare, a partire dagli eredi, da chi ha ricevuto la donazione e da chi, ignaro di tutto, ha acquistato quel bene donato.

Donazione di un immobile: pro e contro

Donare un immobile ha indiscutibilmente dei vantaggi:

-  in primo luogo il donante non è responsabile per i vizi dell’immobile, salvo il caso in cui vi sia stato dolo, cioè quando intenzionalmente non ha reso noti alcuni problemi;

- in secondo luogo, il donante non è responsabile per l’evizione, cioè in caso di perdita del diritto a seguito di eventuali pretese vantate da terzi soggetti.

Ci sono però anche una serie di svantaggi da considerare e nel dettaglio:

- le formalità dell’atto, che come detto deve essere un atto pubblico stipulato davanti ad un notaio, con la presenza di testimoni;

- le tasse da pagare;

- il rischio di azioni processuali che determinano la revocabilità o l’annullamento della donazione;

- i conflitti con gli eredi, dopo la morte del donante.

Quanto costa fare una donazione in vita

Per chi la compie, la donazione è un atto abbastanza costoso, e tra i costi bisogna considerare:

- la consulenza di un avvocato, per conoscere le eventuali conseguenze e i rischi legati alla donazione stessa;

- il compenso del Notaio, incaricato di redigere l’atto pubblico;

- l’imposta di registro

- l’imposta ipotecaria e l’imposta catastale se si tratta di una donazione di immobile;

- la tassa ipotecaria.

Se però la donazione è effettuata in favore di familiari stretti, coniuge e figli, è esente da imposte nel caso in cui il valore del bene immobile donato non superi 1 milione di euro. 

Chi paga le spese per una donazione?

Per logica a pagare le spese della donazione, quindi il notaio, le tasse ecc. dovrebbe essere il donatario, cioè chi riceve il “regalo” e non chi fa la donazione che già si impoverisce per effetto della stessa.

Tuttavia, è possibile che le parti si accordino diversamente e si decida di accollare le spese al donante. In questo caso è necessario indicare per iscritto tale previsione, al fine di evitare equivoci.

È evidente allora che se il donante, oltre a veder diminuito il proprio patrimonio per effetto della donazione dovrà anche pagare le tasse dell’atto, quanto meno voglia trovare un avvocato economico, per bilanciare le spese su un versante, a patto che il consulente vanti anche una forte preparazione in materia.

Come scegliere l’avvocato per la donazione

La donazione comporta un evidente impoverimento del proprio patrimonio in favore di un altro soggetto che la riceve senza dover versare alcun compenso ed è quindi necessario che il donante abbia piena convinzione e consapevolezza di ciò che fa.

Prima di recarsi di getto dal notaio, è sempre opportuno parlarne con il proprio avvocato di fiducia per valutare in primis la consistenza del proprio patrimonio e la convenienza o meno di fare questo “regalo” e in secondo luogo la presenza di futuri eredi che potrebbero opporsi alla donazione, in danno di chi la riceve.

In genere l’avvocato esperto in donazioni ha una forte competenza anche in materia di successioni, essendo questi due settori correlati tra loro e dunque per scegliere il proprio consulente legale occorrerà rivolgersi ad uno Studio legale specializzato in donazioni e successioni che possa fornire un aiuto mirato.

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