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Perché alcuni processi diventano mediatici: l'avvocato "vip" e la spettacolarizzazione della giustizia


Perché alcuni processi diventano mediatici: l'avvocato Troppo facile puntare il dito contro gli avvocati penalisti in cerca di notorietà. Perché alcuni casi diventano processi mediatici e di chi è la responsabilità? Una delle cose del mondo giuridico che "i non addetti" faticano di più a comprendere umanamente, è come possa un avvocato difendere alcuni assassini o rei confessi di atroci crimini. Succede, spesso, di fronte ad un caso di cronaca nera diventato mediatico, che si punti il dito contro la voglia di apparire dei difensori, spesso intervistati dalla stampa. Chi leva certe accuse, prima di tutto evidentemente ignora uno dei pilastri del nostro sistema giuridico, che è il diritto alla difesa. E' da questo che prende le mosse anche l'istituto del gratuito patrocinio: perché l'assistenza legale non sia un "lusso" per pochi ma sia al contrario garantita a tutti. Quando si difende un reo confesso non significa che compito dell'avvocato sarà non fargli scontare la giusta pena ma, più semplicemente, assicurarsi che non ci sia la gogna mediatica e che tutti abbiano diritto ad un equo processo. E questo ci riporta a parlare dei processi mediatici: perché alcuni casi interessano di più l'opinione pubblica e la stampa? E quale delle due influenza l'altra? Ci appassioniamo ad una vicenda perché ne sentiamo parlare al tg oppure i tg ne parlano perché sanno che interessa al grande pubblico e scuote gli animi? E nel mezzo ci sono i social che accelerano i tempi con cui le notizie viaggiano.

Il rischio dei processi mediatici e il ruolo degli avvocati difensori

Certi casi sembrano a volte risolversi più a livello morale che giuridico e tecnico. In questo senso è di fondamentale importanza il ruolo degli avvocati, che garantiscono l'applicazione del diritto. E ovviamente del giudice imparziale. Troppo spesso questa dinamica si giustifica dietro il diritto di informazione e l'esercizio della libera manifestazione del pensiero. Non è un fenomeno marginale o che interessi solo l'Italia. E infatti se ne sono occupate fonti normative sia nazionali (Costituzione, Codice della Privacy, Testo unico dei doveri del giornalista, etc) che internazionali (Carta Europea dei Diritti dell’Uomo e varie Raccomandazioni del Consiglio d’Europa). Le norme quindi non mancano ma occorre una maggiore sensibilizzazione sul tema.
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