Quello che dici all'avvocato è tutelato da segreto professionale

I fatti
Nella fattispecie specifica ad un cittadino norvegese era stato sequestrato il cellulare per indagare su possibili tensioni tra il medesimo, vittima di tentato omicidio, e i due soggetti sospettati. All'atto del sequestro l'uomo aveva contestato che nel dispositivo erano contenute anche comunicazioni intercorse con gli avvocati in merito a un processo penale che lo vedeva imputato e per il quale era stato assolto. L'autorità giudiziaria, dopo una iniziale rassicurazione, aveva delegato la polizia per filtrare i dati salvati nella memoria del telefono per individuare quelli che potevano essere esentati dal sequestro. Un'autorizzazione che, secondo il ricorrente, andava contro l'articolo 8 della Convenzione secondo cuiognuno ha diritto al rispetto della propria vita privata e familiare, della propria casa e della propria corrispondenzaPosizione appoggiata dalla Corte. I giudici hanno sottolineato che va tutelato l'interesse di chiunque lo desideri di consultare un avvocato nella massima libertà di espressione, anche nell'ambito di consulenza legale generale e non strettamente processuale. Dunque l'ingerenza degli inquirenti nelle chat e le email tra assistito e avvocato è stata considerata inadeguata e arbitraria. Ennesima sentenza che conferma il segreto professionale e l'importanza della fiducia nel rapporto tra avvocato e assistito.
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